Convenzione fra comune di Raffadali e Tribunale di Agrigento

Firmata una convenzione fra il sindaco, Giacomo Di Benedetto, e il presidente del Tribunale di Agrigento, Luigi D’Angelo. Si tratta di un accordo che consente ai condannati alla pena di pubblica utilità di prestare, su loro specifica richiesta, attività, non retribuita, in favore della collettività. L’iniziativa discende da un accordo quadro sottoscritto fra il Palazzo di Giustizia di via Mazzini e l’Uepe, uffici di esecuzione penale esterna, sulla base di un decreto ministeriale del 26 marzo del 2011.

Il Comune di Raffadali ha deciso di aderire.  “Lo abbiamo fatto – spiega il sindaco – perché riteniamo che sia un’opportunità da leggere sotto una luce positiva. Parliamo, per mettere subito le cose in chiaro, di reati ascrivibili ad infrazioni del nuovo codice della strada. Dunque ci troveremo persone che hanno commesso peccati veniali. Loro avranno la possibilità di espiare la pena attraverso il sacrificio, il lavoro, il donarsi agli altri, il Comune, dal canto suo, sarà destinatario delle singole prestazioni che gioveranno ovviamente all’intera popolazione. Nel bel mezzo c’è quella importante funzione rieducativa della condanna – osserva ancora Di Benedetto – che, nella fattispecie, si concretizza nella sua pienezza”.

Secondo la convenzione stipulata, che avrà la durata di due anni, il Comune di Raffadali potrà utilizzare contemporaneamente un massimo di cinque soggetti per 15 ore settimanali, fino a 60 ore mensili.

“Per quanto riguarda le mansioni – sottolinea il sindaco – le persone coinvolte nelle attività di pubblica utilità saranno impegnate in lavori di varia natura sulla base di piani individualizzati.  Ad elaborarli saranno l’assistente sociale e lo psicologo dei nostri servizi al fine di mettere a fuoco l’attività adeguata alle loro competenze e attitudini. Il Comune di Raffadali, previa comunicazione all’Uepe, predisporrà annualmente una relazione, in ordine allo svolgimento delle attività da parte dei condannati,  da inviare al presidente del Tribunale” – conclude Di Benedetto.

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