CORONAVIRUS – Le chiusure chieste da Lombardia e Veneto
La Regione Lombardia ha chiesto formalmente al governo di
inasprire le misure decise dall’esecutivo nella notte tra sabato e
domenica, ed estese poi lunedì all’intero territorio nazionale. Nella
lettera inviata dalla Regione Lombardia al governo non viene chiesta la
«chiusura totale», ma elencata una serie di attività da chiudere per
contenere il Coronavirus, visto «l’aumento esponenziale dei casi di contagio (in Lombardia i casi sono 5.791, al 10 marzo) e il «conseguente aggravio sul sistema sanitario».Il
governo è in questi minuti riunito con il comitato tecnico per valutare
le richieste giunte dalla Lombardia e dalla Regione Veneto (il cui
presidente, Luca Zaia, ha detto che «se continuiamo a non rispettare le
regole entro il 15 aprile avremo 2 milioni di veneti contagiati»).
Ecco, nel dettaglio, le richieste portate avanti dalla Regione Lombardia:
* chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio,
ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai
servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e
alle edicole;
* chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati sia su strada che al coperto e le medie e grandi strutture di vendita;
*chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere;
* chiusura delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza;
* chiusura di tutti gli alberghi e
di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli,
agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie
ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico;
* sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private;
* chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità
e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti
precedenti. Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei
termini processuali e degli adempimenti di natura amministrativa,
assicurativa, ecc..
La Regione Lombardia chiede che venga
consentita «ogni attività svolta con modalità di lavoro agile», chiede
di individuare quali siano «le attività di indifferibile necessità», e
precisa anche che «è già stato raggiunto un accordo con Confindustria
Lombardia» per «regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle
attività lavorative per le imprese». La Lombardia chiede inoltre di
«procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in funzione delle attività che permarranno in essere».
Le richieste del Veneto
Anche il presidente della Regione Veneto, Zaia,
ha annunciato di aver chiesto misure ancora più incisive per
contrastare il virus, pur senza dettagliarle. «Se continua così si
chiuderà tutto per forza», ha detto in una conferenza stampa. «Oggi la
partita è nelle mani dei veneti. Voglio vedere le strade vuote, le luci
dei locali spente, le spiagge svuotate, le piazze deserte. Al di là
della legge: non andate alla cene degli amici, non fate ritrovi
familiari, non uscite. Ogni nucleo familiare deve restare isolato a casa
sua».