DELITTO DI MOLASSANA – Guido Morso confessa sull’omicidio del 28 enne [Vd Tg]

«Sono stato io a sparare, lo ammetto. Non volevo: è la verità. Il colpo mi è partito per sbaglio. Anche loro erano armati, avevano un revolver sul tavolo quando siamo entrati. Mio padre si è arrabbiato, l’ha visto come uno sgarbo, ma lui non aveva pistole». Guido Morso è provato ma lucido.

Quando varca la soglia della caserma dei carabinieri di San Martino sa già cosa lo aspetta. Ha trascorso la notte nascosto in un bosco, ha l’aria di chi preferirebbe essere da tutt’altra parte. È accusato di omicidio volontario aggravato. Per aver freddato con un colpo di pistola Davide Di Maria, 28 anni e ferito gravemente altri due giovani in un appartamento di salita San Giacomo a Molassana sabato pomeriggio.. Non c’è, invece, il padre V incenzo Morso, 60 anni, ritenuto il referente di Cosa Nostra a Genova – come certifica più di un’inchiesta – che sabato sera si trovava in compagnia del figlio quando è avvenuto il delitto. Le armi che i carabinieri di San Martino hanno trovato nei boschi – alle ricerche ha partecipato anche il nuovo comandante Augusto Sorvillo – sono due. Una è una pistola di piccolo calibro, l’altra è di grosso calibro: una 357 magnum. Determinanti a questo punto saranno le perizie balistiche sulle due armi che permetteranno di dire con certezza chi le ha utilizzate.

Ora è  “caccia” al tesoro in droga delle due “bande” rivali.

Più concretamente è una raffica di perquisizioni che i detective dell’Arma in collaborazione con i colleghi della Mobile conducono in diversi punti della città sulla base delle prime risultanze investigative legate all’omicidio avvenuto nell’appartamento di salita San Giacomo a Molassana.

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