Evasione da 200 mln di euro: Paolo Vivacqua l’ideatore. Nomi e società finiti nell’inchiesta [FOTO]

Ci sono anche diversi agrigentini coinvolti nell’operazione della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Milano su un vasto giro di fatture false per un importo di 600 milioni di euro. Si tratta di Vincenzo Napoli, 42 anni, e Giovanni Scibetta, 42 anni, nati a Canicattì, ma residenti a Ravanusa, entrambi disoccupati. A eseguire i due fermi i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento, guidati dal colonnello Pasquale Porzio, dal tenente colonnello Antonio Cecere e dal tenente Antonio Schiazza.  Vincenzo Napoli e Giovanni Scibetta sarebbero i prestanome di una parte dell’ingente quantitativo di beni della famiglia Vivacqua. Il capofamiglia Paolo Vivacqua, imprenditore ravanusano, è stato assassinato qualche mese fa a Desio.

 

Gli altri arresti sono scattati nel paese di Gorgonzola, dove sono state 13 le persone finite in manette e 5 denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale nel commercio di metalli ferrosi. Oltre 200 milioni di fatture per operazioni mai avvenute, che hanno consentito di creare “fondi neri” reinvestiti nell’acquisto di societa’ ed immobili che, nel corso delle perquisizioni, sono stati sequestrati in tutta Italia, insieme a conti correnti, depositi e polizze vita. Altre 19 persone sono state arrestate ed altre 26 denunciate, nel comune di Magenta. Qui i finanzieri, insospettiti dal tenore di vita dei soci di un’azienda che dichiarava redditi praticamente nulli, hanno scoperto una frode per oltre 400 milioni di euro, poi reinvestiti nello stesso illecito commercio di rottami metallici. Sotto sequestro sono finiti casali, ville ed auto di grossa cilindrata. Oltre a Napoli e Scibetta le altre persone arrestate sono: Antonio, Gaetano e Davide Vivacqua, rispettivamente di 31, 28 e 24 anni, di Ravanusa, ma residenti il primo a Seregno gli altri due a Desio; Ivan Mastellini,32 anni, di Taranto, residente a Biassono; Massimiliano Campisi, 37 anni, di Canicattì, residente a Lissone; Calogero Caruso Licata, 40 anni, di Ravanusa, residente a Desio; Giuseppe Biondo, 43 anni, di Ravanusa; Enzo Infantino, 40 anni, di Ravanusa, residente a Lissone; Mario Infantino, 36 anni, di Ravanusa, residente a Muggiò; Gioacchino Antonio Biondo, 42 anni, di Canicattì, residente a Ravanusa; Germania Biondo, 46 anni, di Volkinger in Germania, ma residente a Seveso.

 

Queste le società coinvolte: Kmc srl di Bollate e poi Lurago d’Erba; Ca.Ma. metal srl con sede a Ravanusa ma operativa a Vaprio d’Adda; Eco metalli srl con sede a Milano; Giada srl sede a Ravanusa, operatività a Torino; Ital metal srl con sede a Sesto San Giovanni; L.V. Rottami srl unipersonale, con sede a Lissone ma operativa a Gessate; Bio Metal srl  Unipersonale con sede a Milano; Nord metalli srl con sede a Lissone; Full metal srl con sede a Torino; Ramit srl con sede a Lissone; F. V. Metalli srl, sede a Gessate; Fr Inox con sede Torino;  Loviro Srl sede a Milano; Edil LVB con sede a Lissone; Gestim srl unipersonale con sede a Milano; Jet web srl e Pt Saraceno Ag con sede in Svuizzera e Immobiliare Vi.Bi srl.

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