FAVARA – Omicidio Lupo, rinvenute altre tracce di polvere da sparo su marsupio e mascherina su ex Suocero

Tracce di polvere da sparo sarebbero state rinvenute nel marsupio, e in una mascherina, sequestrati al favarese Giuseppe Barba, 66 anni, attualmente in carcere, con l’accusa di avere ucciso l’ex genero, Salvatore Lupo, 45 anni, ucciso nel pomeriggio di ferragosto scorso all’interno di un bar con tre colpi di pistola. Non sono state trovate invece tracce di polvere da sparo nei vestiti.

Questo emerge dalla relazione consegnata dai carabinieri del Ris (Reparto di investigazione scientifica), al procuratore capo Luigi Patronaggio, e al pubblico ministero Chiara Bisso, titolari del fascicolo. Gli specialisti dell’Arma hanno esaminato alcuni oggetti sequestrati nei giorni successivi all’indagato.

Nelle settimane scorse il Tribunale del Riesame ha confermato l’ordinanza cautelare in carcere disposta dal Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, e l’inchiesta presto approderà in Cassazione per discutere sul ricorso del legale difensore di Barba.

Così come ricostruito dai carabinieri della Tenenza di Favara e della Compagnia di Agrigento, coordinati dalla Procura di Agrigento, ad entrare in azione nel pomeriggio del 15 agosto scorso, sarebbe stato proprio l’ex suocero della vittima, più volte ripreso dalle telecamere di alcuni impianti di videosorveglianza attivi in via IV Novembre, e dintorni. Nei filmati si vede la sua Fiat Panda arrestare la marcia a pochi passi dal bar, dove è stato commesso l’omicidio.

Proprio su quell’auto, in seguito all’esame dello Stub, sono state trovate tracce di polvere da sparo, soprattutto sul volante. Giuseppe Barba avrebbe ucciso l’ex genero per motivi economici, e per i dissidi scaturiti tra Lupo e la moglie in seguito alla separazione.

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