FAVARA – Processo per estorsione a ditta Sa.Bo con 3 imputati eccellenti

Le condizioni di salute mentale del boss Bernardo Provenzano sono particolarmente gravi, “tali da non consentirgli di partecipare alle udienze”. La relazione medica depositata agli atti del processo sulla trattativa fra Stato e mafia finiscono anche al tribunale di Agrigento dove l’ex capo di Cosa Nostra siciliana è accusato, insieme al suo successore Matteo Messina Denaro e al pentito Nino Giuffrè, di estorsione aggravata. Il presidente della seconda sezione penale Luisa Turco, ieri mattina alla ripresa del processo, ha fatto presente che “dalla relazione emerge problema di capacità di stare in giudizio” suggerendo l’ipotesi di uno stralcio della posizione.
La vicenda giudiziaria scaturisce dagli sviluppi dell’inchiesta “Cupola”. Per anni gli inquirenti si sono interrogati sulla destinazione di quei 10mila euro trovati nel casolare di Santa Margherita Belice il 14 luglio del 2002, giorno dell’operazione della squadra mobile che ha interrotto il summit dei capimandamento. Quella somma di denaro sarebbe l’incasso di una tangente imposta all’imprenditore di Favara Salvatore Vullo, titolare della Sa.Bo, che aveva fatto un lavoro a Partanna, in provincia di Trapani. Il tribunale deciderà su tutto il 3 luglio.

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