Fermata banda di pusher nigeriani e italiani: 13 in manette, Interessata anche Licata

Da Napoli a Licata, ma non soltanto, passando per Palermo. E’ un’associazione a delinquere di tipo gerarchico e piramidale – al cui vertice c’erano due nigeriani – quella che è stata scoperta dalle indagini della Squadra Mobile di Palermo con il coordinamento della Dda che è diretta dal procuratore capo Francesco Lo Voi. Ben 13 i fermi d’indiziato di delitto – emessi appunto dalla Dda – che, all’alba, hanno permesso di neutralizzare una delle principali roccaforti del traffico di sostanze stupefacenti del capoluogo siciliano. 

L’operazione di polizia, nata dalle indagini condotta dalla Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca hanno ricostruito come funzionava la presunta organizzazione. “Onwujiobi Joseph Nnoduchiamato OgaJoe, ossia capo, era l’intellettuale del gruppo, colui che si occupava del reperimento degli strumenti propedeutici alla conservazione del sodalizio criminoso nei momenti di fibrillazione, quali l’individuazione dei legali per le difese dei partecipi che fossero stati tratti in arresto, nonché si poneva quale trat-d’union con gli altri membri di vertice, – ha ricostruito la Questura di Palermo – mentre Emmanuel Solomon Gukas, intratteneva l’asse fornitore-acquirente-spacciatore di grossi quantitativi di sostanze stupefacenti, con l’ausilio di diversi soggetti in qualità di corrieri ed ovulatori. Altri membri del gruppo venivano individuati in Odoh  Christopher gestore di un proprio business illegale che si affidava alla struttura ed ai mezzi dell’associazione per garantirsi la disponibilità di sostanza stupefacente da rivendere, anche qualora fosse sprovvisto della liquidità economica necessaria, nonché dei canali di approvvigionamento propri di quest’ultima; in Okaofor John chiamato ‘Big Shark’ che – continua la Questura di Palermo – intratteneva i rapporti con gli “ ovulatori”oltre che essere preposto alla conversazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente; in Irriah Maryche era incaricata alla custodia presso la propria abitazione della droga e dei profitti della sua rivendita, oltre a fungere da corriere . Infine, figuravano – conclude la Questura – Steven Morgane Ewanyaho Collins, pusher delegati alla vendita al minuto ai tossicodipendenti. La compagine si avvaleva altresì dell’opera dell’italiano Scaglione Gioacchino con compiti logistici, fungendo da autista del gruppo disponibile ad accompagnare i membri dei vertice nei luoghi utili alla cura del loro business”. “

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