Furti a Lampedusa, confermata condanna a carabiniere

Confermata dalla Cassazione la condanna a due anni di reclusione per peculato nei confronti di un vicebrigadiere dei carabinieri in servizio su una motovedetta di stanza a Lampedusa che si era impossessato di due motori fuoribordo sequestrati a imbarcazioni di immigrati clandestini per cederli al titolare di un rimessaggio per barche.

In cambio dei due motori, il carabiniere aveva ottenuto dei lavori di manutenzione sul proprio gommone. Senza successo il militare – Pietro Angelo L. B. (47 anni) – ha fatto ricorso alla Suprema corte contestando il verdetto emesso dalla Corte di appello di Palermo il 28 maggio del 2010.

I supremi giudici, però, con la sentenza 25609, hanno confermato la condanna ritenendo degna di fede la testimonianza del proprietario del rimessaggio che aveva ricevuto i due motori senza sospettare alcuna illegalità dal momento che a darglieli era “un soggetto della cui onestà, tenuto anche conto della qualifica professionale, non aveva ragione di dubitare”. Così il ricorso del sottufficiale dell’Arma è stato dichiarato inammissibile e aggravato dalla condanna al pagamento di mille euro alla Cassa delle ammende.

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