GELA – Imprenditore in pubblico, usuraio in privato

Ufficialmente faceva l’imprenditore a Gela, ma nella realtà quotidiana il 36enne Roberto Ingegnoso svolgeva la più lucrosa attività di usuraio. La polizia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Gela, Lirio Conti, su richiesta del procuratore della Repubblica, Lucia Lotti, ha arrestato un imprenditore con l’accusa di usura e intestazione fittizia di beni.

Il nome dell’uomo non è stato ancora reso noto. La stessa Procura gelese ha disposto, inoltre, il sequestro di conti correnti bancari, titoli e immobili riconducibili alla stessa persona, che imponeva un tasso d’interesse annuo del 120 per cento.

Le indagini hanno permesso di accertare che, dal 2004 al 2008, l’arrestato ha svolto una “lucrosa attività di concessione di prestiti nei confronti di diversi imprenditori gelesi, operanti nel settore edile e metalmeccanico, che si erano venuti a trovare in condizioni di difficoltà finanziaria, pretendendo la corresponsione di interessi fissi mensili del 10 per cento, effettuando prestiti a fermo e operazioni di cambio assegni”.

Sette le vittime finora identificate attraverso intercettazioni telefoniche e indagini bancarie. Sono i titolari di tre aziende in difficoltà finanziarie (due edili e una metalmeccanica) che si sarebbero rivolti a Ingegnoso su suggerimento di un funzionario di banca della città, ora indagato insieme con altre tre persone, complici del finto imprenditore.

Polizia e guardia di finanza, coordinati dalla procura della Repubblica, hanno accertato che Ingegnoso aveva reinvestito i proventi illeciti della sua attività in terreni e appartamenti, realizzando in particolare una mega-villa di tre piani in contrada Cantina Sociale.

L’uomo dichiarava al fisco poche migliaia di euro (addirittura zero nel 2006 e appena 130 euro nel 2007) mentre la guardia di finanza gli attribuisce un giro d’affari di soli interessi usurari annui pari a 300 mila euro. Solo nel 2009 ha dichiarato un reddito di 32 mila euro perchè da imprenditore agricolo si era trasformato in imprenditore metalmeccanico, avviando un’azienda nella quale, secondo l’accusa, stava riciclando parte dei proventi dell’usura. Tutti i beni mobili e immobili a lui intestati sono stati posti sotto sequestro.

“Il fenomeno dell’usura, già presente a Gela a livelli inquietanti – ha detto il procuratore della Repubblica, Lucia Lotti – assume dimensioni sempre più rilevanti in concomitanza con periodi di crisi economica e finanziaria, perché costituiscono un canale parallelo e illecito di finanziamento delle aziende e delle famiglie in difficoltà. Le nostre indagini si svolgono con difficoltà perché le vittime collaborano molto raramente e solo quando capiscono di essere state scoperte”.

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