GELA – Pasqua di fuoco: incendiate 9 auto in una notte

Sette automobili distrutte e due danneggiate in tre attentati incendiari quasi contemporanei, un edificio momentaneamente evacuato per le fiamme e il fumo che lo hanno danneggiato, una donna una bambina e due carabinieri intossicati, sono il bilancio di una notte di fuoco che ha interessato tre quartieri di Gela: Caposoprano, Macchitella e Giardinelli. L’incendio più grave è stato quello che ha coinvolto una Bmw, una Citroen e una Fiat Panda in sosta davanti al civico 47 di via Palazzi, vicino alla sede di due banche.  

Le fiamme hanno danneggiato altre due auto e minacciato da vicino uno stabile di cinque piani, completamente annerito, i cui occupanti per qualche ora hanno lasciato spontaneamente i loro alloggi anche per paura del fumo asfissiante.  Tre le automobili incendiate anche in via Ferrandina, a Macchitella, l’ex quartiere dell’Eni. Infine una nel rione Giardinelli, alla periferia est della città. Gran lavoro per i vigili del fuoco. Indagini sono state avviate da polizia e carabinieri.

Il sindaco di Gela, Angelo Fasulo (Pd) ha espresso “rabbia e indignazione” per gli attentati incendiari e ha convocato per domani una riunione straordinaria della giunta comunale per chiedere alla prefettura di Caltanissetta “adeguati e opportuni interventi urgenti”.

“Episodi come questi – scrive, in una sua nota, il sindaco – non solo vanno duramente condannati ma va riservata loro la massima attenzione delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine.  Non è più tollerabile sopportare l’escalation di questi atti indegni che solo per pura fortuna non hanno avuto conseguenze peggiori e assai più gravi”. 

Il sindaco ha voluto esprimere “la più profonda solidarietà alle persone coinvolte. Ai carabinieri intossicati, in particolare, ha espresso “i più sentiti ringraziamenti per la prontezza del loro intervento che ha scongiurato conseguenze peggiori”. Domani, insieme alla Giunta, li incontrerà “per esprimere loro di persona la riconoscenza della città”.

“Allarmato” anche il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta originario proprio di Gela, città dove è stato sindaco per due mandati. “La città – afferma – non può tornare indietro. A Gela in questi anni è stato fatto un lavoro incredibile che ha mobilitato magistratura, forze dell’ordine, imprenditori, uniti per sconfiggere il racket. C’è stato, nel corso degli anni, un calo degli incedi notturni, ma l’episodio di stanotte rischia di suscitare allarme sopratutto per l’avvicinarsi della campagna elettorale per le comunali”.

“Violenza cieca e irrazionale? – continua il presidente – Oppure si annunzia alla grande la ripresa di episodi di violenza? O ancora, si tratta di un tentativo di destabilizzare la campagna elettorale? Qualunque siano le motivazioni, si rimane sbigottiti di fronte alla gravità di episodi del genere, che non possono essere assolutamente tollerati. Ho contattato immediatamente le forze dell’ordine, la prefettura, il presidente dell’associazione antiracket, Caponetti, e l’amministrazione comunale, per esprimere la mia solidarietà, ma occorre intensificare il presidio sul territorio. A Gela c’è sempre una base di disagio sociale che potenzialmente può produrre violenza”.

“La storia della città – conclude – parla chiaro: nei primi anni ’80 si cominciò con episodi di ragazzini che incendiavano le auto e dopo un pò si cominciò a sparare, perché quei ragazzini vennero aggregati da Cosa nostra e Stidda. Poi è iniziato un percorso nuovo, civile, che ha portato alle denunce, agli arresti dei rappresentanti della mafia e degli uomini che contano. Mi recherò a Gela per fare il punto della situazione con le autorità a con l’associazione antiracket”.



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