Con lo smercio di droga due anni fa avevano guadagnato oltre 50 mila euro, ora la Guardia di finanza chiede ai due spacciatori di pagare il conto con lo Stato versando le tasse sui proventi incassati dall’attività illegale, richiamando l’articolo 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.
I finanzieri di Gela hanno confrontato il tenore di vita dei due con le loro dichiarazioni dei redditi, pari a zero.
Le Fiamme gialle hanno svolto le indagini di carattere fiscale a seguito dell’operazione “Samarcanda”, condotta dalla polizia di Stato che due anni fa aveva sgominato una banda a Gela che gestiva il traffico di ingenti quantitativi di cocaina, proveniente dalla Calabria.
Utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Lo facciamo per migliorare l'esperienza di navigazione e per mostrare annunci personalizzati. Il consenso a queste tecnologie ci consentirà di elaborare dati quali il comportamento di navigazione o gli ID univoci su questo sito. Il mancato consenso o la revoca del consenso possono influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.