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I “camici bianchi” invocano la presenza dei militari 24 ore su 24

C’è chi invoca il ritorno dei “Vepri siciliani”, cioè l’esercito, c’è chi invece parla di una maggiore collaborazione tra operatori sanitari e cittadino. Le aggressioni sono ormai all’ordine del giorno e sembra che si stia sempre più diffondendo un vergognoso fenomeno. La verità è che si è rotto il patto tra medico e paziente.

Ultimo grave episodio si è consumato, ancora una volta in un ospedale palermitano: l’ospedale Civico. Questa volta, la vittima è un infermiere colpito, giovedì sera dal parente di un ammalato. Lo stesso infermiere, poche ore dopo, come denunciato al posto di Polizia, è stato costretto a nascondersi nello sgabuzzino, con un medico, perché il padre di una bambina, in codice verde, voleva picchiarli.I “camici bianchi” lanciano un “Sos”: «Ci vogliono i militari 24 ore su 24».

«Due aggressioni in una sola notte, altre cinque nel giro di un paio di settimane, un clima di tensione e paura che rende ormai difficile lavorare con serenità e garantire un servizio adeguato agli utenti. Siamo in piena emergenza, ma a volte ci sembra di lottare da soli una battaglia che dovrebbe coinvolgere tutti a 360 gradi». Lo dice Giovanni Migliore, commissario dell’Arnas Civico di Palermo

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