Il sindaco Ettore Di Ventura risponde alle affermazioni fatte dall’on. Pullara sul Consorzio Tre Sorgenti e la cessione delle reti idriche

Dopo le ultime affermazioni dell’onorevole Pullara sul Consorzio Tre Sorgenti e la cessione delle reti idriche, il sindaco Ettore Di Ventura risponde pubblicamente facendo chiarezza sui fatti. Carissimo on.le Pullara, ho avuto modo di leggere la sua accorata nota sul commissariamento del Consorzio Tre Sorgenti, nella quale Ella manifesta la sua “disperazione” per l’eventuale scioglimento e si lascia trasportare nelle oramai consuete accuse a me e al collega sindaco di Licata, oramai scomparso dai suoi radar di egemonia e controllo. Prima di entrare nel merito della questione, mi consenta di complimentarmi con lei. In tempi di contagi, virus ed emergenze sanitarie e sociali, Ella riesce ad occuparsi di tutto e a trovare il tempo per tutto e tutti. Ma andiamo ai fatti. Come dovrebbe ben sapere, in provincia di Agrigento, corrente l’anno 2007, venne affidata alla Girgenti Acque la gestione del Servizio Idrico Integrato. Quasi tutti i comuni, compresi Canicattì e Licata, in ossequio alla legge consegnarono alla stessa le proprie condotte idriche e fognarie. La correttezza di tale cessione è stata più volte ribadita, in ultimo addirittura dalla Corte Costituzionale, che con sentenza del maggio 2017 ha bocciato la Legge Regionale n. 19 del 2015. Da quel lontano 2007, le risorse idriche del consorzio Tre Sorgenti servono solo il Comune di Palma di Montechiaro. Si osservi che la cronaca di quegli anni non ricorda nessun Suo intervento per opporsi alla gestione privata e solo adesso pare folgorato sulla strada, non di Damasco, ma dell’acqua pubblica. Eppure già allora Ella era un esponente di primo piano della classe politica di governo agrigentina e licatese. Impegno riconosciuto e a tal​punto apprezzato (dai suoi referenti) da garantirle importanti incarichi nella sanità pubblica siciliana. La stessa sanità siciliana che oggi si è rivelata non in grado di fronteggiare l’emergenza coronavirus, che ha carenza di reparti di rianimazione, di posti di terapia intensiva, di posti letto, medici, respiratori, tamponi e quanto altro serva per fronteggiare il virus. Ma non voglio parlare del Suo ruolo nella sanità, oggi. Ritornando al tema del Consorzio Tre Sorgenti, la nomina di Vincenzo Corbo a Presidente dello stesso, ha permesso di fare in poche settimane, con l‘accordo dei sindaci tra cui il sottoscritto, ordine e pulizia nei conti, soprattutto nel rapporto “dare e avere” con Siciliacque e Girgenti Acque. Grazie a tale lavoro, i Comuni che hanno ceduto le reti non saranno chiamati a rispondere dei debiti del Tre Sorgenti. Altresì, Vincenzo Corbo ha provato ad interloquire con la struttura commissariale di Girgenti Acque e con i soggetti istituzionali nazionali e regionali che hanno compiti e funzioni nell’ambito della gestione delle risorse idriche, allo scopo di rilanciare il ruolo del Consorzio e ritrovarne una nuova mission. Non avendo trovato, negli interlocutori, disponibilità in tal senso, si è coerentemente dimesso. Consumato tale passaggio, l’assemblea dei sindaci, con il solo voto contrario del sindaco di Palma di Montechiaro, ha deliberato la cessione degli impianti del Tre Sorgenti, soprattutto a tutela delle nostre comunità. Questa è la cronaca dei fatti che Ella dovrebbe conoscere. On.le Pullara, anziché attaccare me e il sindaco di Licata, nella sua qualità di capogruppo di maggioranza al Parlamento siciliano, avrebbe tutti gli strumenti e la forza per fare revocare il commissariamento del Tre Sorgenti. Perché non lo fa, se è così convinto di ciò che afferma con tanta veemenza e sicumera? Signor onorevole, con le sue frequenti esternazioni su tutto e tutti, soprattutto su questa porzione di territorio agrigentino, rischia di passare non per il deputato che cura e si interessa del proprio collegio, ma per il “barone” che vuole imperversare e tutto controllare, senza nulla dare. Si informi un po’ meglio e non si fidi ciecamente di certi personaggi locali, che Manzoni avrebbe chiamato “bravi“, solo perché (forse) hanno i voti. Le rinnovo le mie cordialità e le auguro (anzi lo auguro più a noi) che possa spendere il suo tempo per fare un buon lavoro al servizio delle nostre comunità.” L’

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