Il “sistema” Girgenti Acque [VD TG]

Dopo la notifica dei 72 avvisi di proroga delle indagini , quell’elenco sembrerebbe destinato ad allungarsi già nelle prossime ore. Ma non è soltanto una questione di posti di lavoro in cambio di coperture a tutti i livelli. Girgenti Acque, la discussa società di gestione del servizio idrico e fognario nell’agrigentino, non è soltanto quell’”assumificio” di cui hanno beneficiato quasi tutti trasversalmente. Un colosso privato con 330 dipendenti, assunti nell’ambito del libero mercato. Un po’ troppi, secondo l’associazione nazionale autorità ed enti d’ambito che parla di costo del personale “superiore alla media di settore”. Dai 5,3 milioni di costo del personale del 2011 ai 7,7 del 2015 fra Girgenti Acque e la controllata Hydrotecne. Almeno un milione di stipendi , secondo la relazione degli esperti andrebbe tagliato.

Nelle 22 pagine di richiesta di proroga delle indagini preliminari firmata dai pm Salvatore Vella, Alessandra Russo e Paola Vetro, coordinati dal Procuratore Luigi Patronaggio le ipotesi di reato sono di diverso profilo: corruzione, truffa, ricettazione, inquinamento ambientale, voto di scambio, false comunicazioni in ambito societario , danneggiamento e inadempimento nei contratti , frode nelle pubbliche forniture. E il “416”, l’articolo del codice penale che descrive l’associazione per delinquere. Per questo più di una voce in Procura  usa la parola “sistema”. Il sistema Girgenti Acque. Un “sistema”, dunque, che entrerebbe, anche dentro i palazzi dello Stato.

Da fonti investigative  si apprende che il coinvolgimento del Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, sarebbe legato, alla mancata firma dell’interdittiva antimafia su Girgenti Acque.La società non doveva entrare nella white list della Prefettura , anche  perché il suo Presidente ed azionista  di maggioranza al 51 %, Marco Campione, anch’esso fra gli indagati, fu condannato, con sentenza passata in giudicato, nel processo sullo scandalo del cemento depotenziato nella costruzione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Un evidente cambio di rotta, annotato dai Pm, rispetto al Prefetto precedente Francesca Ferrandino, ora a Messina. Diomede motiverebbe la concessione della certificazione antimafia alla Girgenti Acque con il subentrato rigetto, nel 2016, da parte del Tribunale di Agrigento di una richiesta della Dia agrigentina, fatta propria dalla Dda di Palermo, di sequestro di beni e sorveglianza speciale a carico di Campione ritenuto in odor di mafia. Un presupposto che però, sul fronte inquirente, non sarebbe ritenuto sufficiente a motivare la riabilitazione dell’azienda.

Ancora coperte dal segreto istruttorio  le singole condotte dei politici. Nell’inchiesta risultano anche 5 carabinieri. Nel listone figurano anche i nomi di noti avvocati del foro agrigentino, i quali hanno avuto un ruolo nel consiglio di amministrazione della società Girgenti Acque. Fra gli indagati anche alcuni giornalisti. A breve sono da attendere ulteriori sviluppi anche se dal quinto piano del palazzo di giustizia regna sovrano il riserbo.

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