La pensione d’oro del superburocrate. Restituirà a rate quanto non gli spettava

In tasca adesso ogni 30 giorni al netto avrà 3.500 euro. Nulla a che vedere con i 41 mila euro mensili che Felice Crosta, definito “il superburocrate d’oro”, percepiva dopo aver lasciato la guida dell’agenzia dei rifiuti della Regione siciliana nel 2006. Una quiescenza contestata dall’amministrazione in diversi ricorsi giuridici.

Ora dopo l’ultima sentenza sfavorevole della Cassazione del luglio scorso, Crosta ha firmato un accordo impegnandosi a restituire a rate quanto incassato indebitamente negli anni scorsi: oltre un milione di euro. Crosta ha già versato un acconto pari a 200 mila euro accettando di saldare la somma rimanente attraverso una trattenuta in busta paga per i prossimi cinque anni di 17 mila euro. Una cifra solo in parte lorda (ovvero oggetto di ritenuta Irpef) che comprende anche gli interessi maturati.

La Suprema Corte ha respinto il ricorso con cui Crosta contestava un cavillo tecnico delle sentenza di secondo grado della Corte dei Conti che dichiarava impossibile il cumulo di più pensioni. Se avesse vinto, il procedimento giudiziario sarebbe ricominciato dall’appello e lui avrebbe potuto sperare in un nuovo giudizio favorevole, e avrebbe anche evitato la restituzione del milione e centomila euro almeno fino alla nuova pronuncia.

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