La protesta dei Tir fino a domani. Lombardo chiede aiuto a Monti

Si è concluso l’incontro a Palazzo d’Orleans tra il governatore Raffaele Lombardo e i rappresentanti del movimento Forza d’urto. “I blocchi continueranno domani – ha annunciato all’uscita del vertice Giuseppe Richichi, leader degli autotrasportatori – Abbiamo convocato una riunione a Catania per le 18, durante la quale sottoporremo all’assemblea i punti emersi nell’incontro e decideremo su eventuali forme di protesta”.

Da parte sua Lombardo ha annunciato un impegno ad “intervenire pensando a delle agevolazioni per le categorie da parte della Serit e di Crias e sul piano legislativo con un disegno di legge sul commercio”. Il governatore ha anche annunciato di aver inviato una lettera al premier Mario Monti per chiedere un incontro al fine di discutere di alcuni punti delle rivendicazioni: dalle accise sulla benzina ai costi dei trasporti. Su un possibile alt immediato ai presidi Lombardo ha detto: “Non c’è pieno controllo del movimento”.

Proprio durante l’incontro la Regione ha comunicato che sta già provvedendo ad aiuti per gli autotrasportatori. In particolare la Crias, l’ente controllato dalla Regione siciliana, con delibere del Presidente Rosario Alescio, ha autorizzato l’approvazione delle prime 76 richieste di finanziamento per complessivi 2,46 milioni di euro. Le operazioni di pagamento sono già in corso di esecuzione. Il finanziamento fa parte di un fondo di 15 milioni di euro, destinato a finanziare crediti di esercizio ed aiuti per gli investimenti.

Al quarto giorno di protesta degli autotrasportatori, la Sicilia è omai messa ormai in ginocchio dallo sciopero dei padroncini che da lunedì hanno bloccato l’isola. Ormai molti distributori di benzina sono chiusi perché sono terminate le scorte di carburante, mentre nei supermercati scarseggiano le scorte alimentari, come acqua e latte. Autotrasportatori, ma anche agricoltori e pescatori presidiano strade, porti e tangenziali, rallentano la circolazione per distribuire volantini e impediscono i rifornimenti a grandi magazzini, industrie, distributori di benzina.

Questa mattina impossibile trovare carburante a Palermo: a uno dei pochi distributori ancora aperti, ad angolo tra via Sciuti e via Paternò, si è formata una lunga fila. Benzina completamente esaurita ad Agrigento, mentre c’è ancora qualche distributore aperto e preso d’assalto a Enna e Catania. Nella città etnea fermo il mercato ortofrutticolo del Maas e supermercati parzialmente vuoti. Nell’Ennese s’inasprisce la protesta: un manifestante è rimasto ferito. Un camion della società Acqua Enna, che tentava di forzare il blocco dei camionisti è salito con la ruota sul piede di uno dei manifestanti. L’uomo, che avrebbe riportato una frattura, è ricoverato all’ospedale di Enna. Bloccato da stamattina anche lo svincolo di Catenanuova, in uscita ed entrata nella A19 Palermo-Catania. Il blocco riguarda tir e camion che trasportano derrate alimentari, mentre sono garantiti i trasporti che riguardano beni di prima necessità destinati a ospedali e carceri.

Da qualche ora, sull’autostrada si registrano rallentamenti. Gli autotrasportatori costringono le auto a rallentare. Altri blocchi si segnalano sulla Statale 640, svincolo di Capodarso, in direzione Caltanissetta e ancora sulla A19, in direzione Catania, allo svincolo di Motta Santa Anastasia.

Cancelli di nuovo bloccati nel petrolchimico di Gela. Anche stamattina, Forconi e autotrasportatori non hanno consentito il passaggio ai lavoratori turnisti. La diminuzione dell’assedio, ottenuta ieri sera grazie alla mediazione del Prefetto, è durata solo pochi minuti, il tempo sufficiente per far passare il personale in turno che portava il cambio ai colleghi rimasti in fabbrica dal giorno precedente. Alcuni operai erano stati accompagnati in fabbrica, dal mare, con una motovedetta della guardia costiera.
Poi è ripreso il blocco totale che stava per impedire anche a quelli che avevano finito l’orario di lavoro di tornare a casa. Si sono anche registrati momenti di tensione, fino a sfiorare lo scontro fisico. L’Eni ha confermato il rischio di un blocco generale e improvviso dello stabilimento.

In provincia di Catania è salito ad una ventina il numero dei presidi: bloccato l’ingresso dei mezzi pesanti nel porto di Catania, nell’autostrada Catania-Messina, nella Zona Industriale del capoluogo etneo. Blocchi anche lungo la Statale 114, all’altezza di Acireale, e nei pressi della frazione Trepunti di Giarre. Altri presidi sono segnalati lungo la Strada Statale Catania-Gela, all’altezza del bivio Iannarello e nei pressi di Castel di Judica. Cinque blocchi stradali sono stati organizzati a Paternò, dove in migliaio di studenti si è unito alle proteste. E da domani gli studenti siciliani scenderanno in piazza in tutta la Sicilia. Sui social network è nato un coordinamento “Studenti siciliani in lotta”. A Palermo il presidio è previsto alle 10 di domani in piazza Indipendenza. Il neonato coordinamento degli studenti minaccia inoltre di occupare le scuole a partire da lunedì, se le richieste del movimento Forza d’urto non venissero accolte.

Il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, parlando con i giornalisti ha detto di “trovare giustificato” l’allarme infiltrazioni della criminalità organizzata nelle proteste che stanno bloccando l’Isola. “È un allarme al quale dovrà darsi la massima attenzione perché se Confidustria ha questo tipo di cognizione del problema, la cosa è della massima serietà e non può essere trascurata” ha affermato Messineo. La risposta dei manifestanti non si è fatta attendere. Martino Morsello, uno dei leader del Movimento dei forconi, che da domenica anima il presidio di Palermo in via Oreto, ha annunciato l’inizio di uno sciopero della fame a causa delle “gravi dichiarazioni” del procuratore capo Messineo.

“Con sdegno – spiega Morsello – il nostro movimento denuncia una campagna denigratoria del presidente degli industriali siciliani, Ivan Lo Bello, e di tutti i rappresentanti di categoria, per le gravi dichiarazioni diffamatorie rese alla stampa, dove parlano di infiltrazioni di mafia dietro il Movimento dei forconi”. Morsello invita quindi Lo Bello e i rappresentanti dei sindacati “che si sono macchiati di questa infame accusa di fare i nomi, di dimostrare quanto da loro dichiarato, di non essere omertosi di fronte alla popolazione siciliana, che è stata ridotta alla fame dalla classe politica, dalla burocrazia con la complicità dei sindacati e della grande industria”.

Stamattina Lo Bello ha rincarato la dose. “Abbiamo evidenze chiare sul fatto che in molti blocchi e manifestazioni in Sicilia sono presenti esponenti riconducibili a Cosa nostra. Sappiamo che è così ad Augusta, a Lentini e dove le proteste sono più dure”, ha affermato il presidente di Confindustia Sicilia. È intervenuto sull’argomento anche il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. “In un contesto di territorio dove c’è
una presenza della criminalità organizzata di tipo mafioso è anche possibile una sua infiltrazione tra chi protesta – ha detto Grasso – però bisogna accertarlo perché non si può generalizzare”.

Dopo le denunce contro il movimento Forza d’urto, oggi il Codacons ha istituito un comitato “Vittime dello sciopero”, presieduto dal segretario nazionale Francesco Tanasi. “Al termine del blocco – ha detto Tanasi – l’associazione avvierà azioni legali in favore di tutte le vittime dello sciopero che abbiano, a vario titolo, subito dei danni in questi giorni e che decideranno di aderire al comitato”.

Nel frattempo il governatore siciliano, Raffaele Lombardo ha convocato per oggi un incontro a Palazzo d’Orleans con i nove prefetti dell’isola e i rappresentanti dell’Aias, dei Forconi e dei pescatori. Delegazioni di manifestanti saranno ascoltate oggi anche dalle commissioni dell’Assemblea regionale siciliana. Prima del vertice con i prefetti, Lombardo ha incontrato in separata sede Giuseppe Richichi e Mariano Ferro, leader dell’Aias e dei Forconi. “È giusto dialogare – ha affermato Franco Crupi, del Movimento dei forconi – ma ci sono poche cose da fare perché i comitati d’affari non vogliono perdere i loro privilegi. Continueremo la nostra protesta perché in gioco c’è la dignità di un popolo”.

FONTE: LA REPUBBLICA.IT

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