La verità di Raffaele Lombardo “Ignorate le prove, solo congetture”

Lombardo è un fiume in piena. All’indomani della pubblicazione delle motivazioni del gup Marina Rizza della sentenza di 328 pagine che lo ha condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per concorso esterno all’associazione mafiosa, l’ex presidente della Regione vuole dire la sua verità. E lo fa convocando una conferenza stampa, affollatissima, nella quale spiega per filo e per segno i passaggi fondamentali del procedimento. Più di un’ora, nella quale Lombardo ha respinto al mittente tutte le accuse. 

“Ho mosso dei rilievi a quanto contenuto in sentenza. Ho apprezzato l’attività d’indagine del plotone di sei procuratori che hanno presieduto alle udienze, ma credo di avere dimostrato la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. Nella sentenza temo che si ignorino le prove e molte vicende, ma soprattutto le risultanze del lavoro della procura di Catania e dei giudici. Processi come quello per i parcheggi o per i centri commerciali non mi vedono neppure come persona informata sui fatti eppure sono considerato l’artefice e il demiurgo. Per carità le opinioni sono preziose, al lavoro del giudice ci inchiniamo, ma le opinioni e le congetture non possono diventare una sentenza micidiale”.

“La piattaforma processuale era tutta un’altra. Eravamo vicini alla sentenza, improvvisamente il gioco è cambiato”. Lombardo fa riferimento alle dichiarazioni del pentito D’Aquino, che per la prima volta nel procedimento ha fatto riferimento alla mafia. “Il perno sul quale ruota il mio ruolo di mediatore tra le mafie è un’intercettazione nello studio dell’editore Mario Ciancio nella quale non c’è alcunché di penalmente rilevante. Per quale motivo una sentenza dovrebbe essere incentrata su questa intercettazione irrilevante?”.

“Vengono citati nella sentenza – aggiunge Lombardo – favori e servizi per porto e aeroporto. Ma perché non sono stati interrogati i capi di porto e aeroporto per trovare un riscontro a queste chiacchiere che si sono dette? Perché non sono stati sentiti amministratori che avrebbero fatto questi favori?”.

“Superficialità? Non mi permetto, ma c’è un conflitto con fatti e prove. Potente? Forse in famiglia o nella mia campagna”. Lombardo ha ricordato tutti i ruoli importanti e delicati ricoperti durante tutta la sua carriera politica: “Dai lavori pubblici del Comune di Catania alla presidenza della Regione con delega alla protezione civile, che sborsava sommeurgenti a pezzi da 200 mila euro. Sono mai stati interrogati i componenti delle commissioni di gara, i tecnici e gli assessori per provare che io sia mai intervenuto una volta?”

Lombardo promette che tirerà fuori tutte le carte che riguardano il processo attraverso i suoi social network si prossima attivazione: “Tra un paio di giorni pubblicherò la sentenza integrale, gi atti, le arringhe e le deposizioni dei pm”. E conclude: “In questa vicenda mi gioco tutto, la vittoria sarà la conquista della onorabilità, per me, per i cittadini e per tutti coloro che hanno creduto in me”.

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