LAMPEDUSA – Stupri e torture sulla tratta della morte somalo rischia linciaggio [Vd1][Vd2]

Un giovane somalo di 34 anni, Mouhamud Elmi Muhidin, ritenuto uno degli organizzatori della traversata del barcone naufragato il 3 ottobre scorso davanti alle coste di Lampedusa e che costò la vita a 366 migranti, è stato arrestato nell’isola dalla polizia.  

L’operazione è stata condotta dalle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito di un’inchiesta sulla tratta di migranti tra l’Africa e la Sicilia. Si tratta di una delle prime occasioni in cui gli investigatori sono riusciti a risalire alla identità di uno dei capi della organizzazione criminale transnazionale che gestisce i flussi migratori illegali tra il corno d’Africa, il Sahara e la Libia verso le coste della Sicilia.

Il somalo è stato individuato perchè era stato riconosciuto nel cpa di Lampedusa dai migranti sopravvissuti che hanno tentato di linciarlo. L’uomo, appartenente ad un gruppo di miliziani armati, è accusato di numerosi e gravissimi reati: dal sequestro di persona a scopo di estorsione all’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento della immigrazione clandestina, dalla tratta di persone alla violenza sessuale.

Nel corso delle indagini sono emersi, inoltre, elementi di colpevolezza a carico di un palestinese, Attour Abdalmenem, 47 anni, in ordine alla sua partecipazione alla organizzazione di un altro sbarco, questa volta di cittadini siriani, avvenuto sempre a Lampedusa; anche questo indagato è stato sottoposto a fermo.

Dai racconti dei sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre è emerso che “le donne venivano tutte violentate dai componenti dell’organizzazione criminale che gestiva la tratta dei migranti”. A dirlo, nel corso di una conferenza stampa in cui è stata illustrata l’indagine che ha portato al fermo di un somalo e un palestinese, è il capo della mobile di Agrigento, Corrado Empoli. In particolare venti extracomunitarie sarebbero state stuprate sia dal cittadino somalo fermato sia da alcuni miliziani libici nel periodo in cui i migranti erano tenuti prigionieri in un centro di raccolta a Sheba, in Libia. I migranti hanno raccontato anche di avere subito torture con scosse elettriche e percosse.

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