Il figlio del defunto boss di Cinisi Tano Badalamenti, Vito, 55 anni, sul quale dal 1999 pendeva una condanna definitiva a sei anni per mafia – mai eseguita – è un uomo libero: la prima sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Gianfranco Garofalo, ha accolto il ricorso dei legali di Badalamenti, Paolo Gullo e Vito Ganci.
Nella lista dei dieci latitanti più pericolosi stilata dal Viminale e condannato al “maxiquater”, Badalamenti jr. ora può usufruire del diritto di chi è riuscito a non finire in galera per un tempo doppio rispetto a quello della condanna. La non esecuzione della pena, passati 12 anni, gli garantisce di poter tornare in Italia, dall’Australia, dove ha trovato rifugio, come uomo libero. L’unica misura ancora attiva – dopo che è caduta anche l’interdizione perpetua dai pubblici servizi – è la sorveglianza speciale, che lo costringerebbe a non allontanarsi da Cinisi, senza il permesso del giudice, a rientrare a casa prima delle 20 e a uscire dopo le 7.
Il figlio di don Tano era stato condannato a sei anni di reclusione nell’ultimo dei giudizi istruiti dal pool di Falcone, Borsellino e del giudice istruttore Leonardo Guarnotta. Nel 1995 Badalamenti si diede alla latitanza, la pena a sua carico divenne definitiva il 17 dicembre del 1999. Ora, dopo 12 anni in fuga, i suoi legali si sono presentati alla Corte d’appello ottenendo la prescrizione.