Lele Mora dopo 400 giorni di carcere

Lasciando il carcere, «pensavo a quel mondo di acute sofferenze che mi lasciavo dietro, un mondo di privazioni, di sacrifici sia per i sorvegliati che per i loro sorveglianti, una umanità dimenticata: che sarà anche ignorante del mondo delle regole, ma è comunque ricca di amore e sensibilità che il più delle volte non ha possibilità di esprimere». Lo afferma in un colloquio con la Stampa, Lele Mora, uscito di prigione dopo un anno e due mesi di detenzione. «Il Lele Mora delle riviste di gossip, di un certo mondo patinato e opaco non lo vedrete mai piu», spiega. Ora Mora vuole essere chiamato solo «Gabriele». «400 giorni di carcere – spiega – mi hanno fatto capire tante cose, ad esempio che avevo tolto le carezze ai miei figli per darle a chi non le meritava».

LA FOTO – Sulla foto che per anni lo ha rappresentato, quella dove compariva come un pascià adagiato tra cuscini mentre si faceva massaggiare i piedi, Mora afferma: «Quella foto non mi ha mai rappresentato, non ero io, fu uno scatto rubato». «Ho ripensato a tante mie arroganti polemiche – racconta poi – come quando offesi Formigli, i giornalisti e i comunisti per il loro lavoro e le loro idee, con frasi e un linguaggio per me oggi irripetibile, con minacce di cui mi vergogno. E come mio primo atto nuovo voglio chiedere scusa a Formigli e ai suoi colleghi, a tutti, senza se e senza ma». Mora non parla dell’ attualità giudiziaria, «per rispetto ai giudici», «per quello per cui sono a giudizio valuteranno i giudici. Posso dire che mai ho favorito o indotto la prostituzione di chicchessia e mai ho voluto farlo». Mora fa poi sapere di non «provare rancore», «verso certe persone – spiega – non provo più nulla, le ho cancellate dalla mia mente e dalla mia vita». Ciò che non rifarebbe mai più, comunque, è «apparire, farmi sbranare dal successo». (fonte: Ansa)

Lele Mora esce di casa per la prima volta dopo aver lasciato il carcere (Ansa/Social Channel)

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