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LENTINI – Omicidio Naima, il maritto ammette di averla uccisa

Si chiude il cerchio attorno al fatto di sangue che ha scosso ancora una volta la comunità lentinese. Una comunità che, in poco meno di due anni, conta già quattro donne uccise.

Si chiude il cerchio attorno al fatto di sangue che ha scosso ancora una volta la comunità lentinese. Una comunità che, in poco meno di due anni, conta già quattro donne uccise.

Massimo Cannone, alla presenza del suo avvocato, dopo il provvedimento di fermo della Procura eseguito ieri sera dalla polizia, ha chiesto di rendere delle dichiarazioni al pm chiarendo cosa è successo la sera del 12 marzo nella sua abitazione a Lentini, nel Siracusano.Ha confessato di aver ucciso la moglie Naima Zahir, 45enne originaria del Marocco, sabato sera nella loro abitazione.

Il tappezziere 45enne, che si trova adesso rinchiuso nel carcere di contrada Cavadonna, avrebbe sferrato due coltellate sorprendendo la donna che si trovava a letto con le cuffie alle orecchie, intenta a navigare in rete con il telefono cellulare. Non è chiaro se l’uomo avesse pianificato l’omicidio o sia stato colto da un raptus. A dare l’allarme sarebbe stato il fratello di Cannone che ha chiamato il 112.

Ora si è scoperto tra l’altro che l’uomo, anziché chiamare il personale medico per soccorrere la moglie, sarebbe prima andato a bere una birra per poi tornare nell’appartamento quando i soccorsi erano già sul posto. E’ una delle incongruenze evidenti che non hanno convinto gli inquirenti che hanno deciso di fermare Cannone.

Fino a questa notte Cannone, pur essendo l’unico sospettato, aveva negato qualsiasi coinvolgimento, e nel corso del primo lungo interrogatorio del pm Gaetano Bono della Procura che conduce le indagini, aveva sempre dichiarato di aver trovato la moglie sul letto di casa con un coltello conficcato in gola. Ricostruendo i fatti l’uomo aveva  raccontato agli inquirenti di avere estratto l’arma per cercare di rianimarla, di avere pulito il sangue per terra perché il “cervello mi è andato in tilt” e ipotizzato persino che la moglie avesse fatto tutto da sola. 

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