L’esame del Dna ha confermato che il cadavere ritrovato, in località Balatazze, di fronte il mare di Licata, a fine gennaio scorso, è di Angelo Truisi, il fabbro di 24 anni scomparso il 2 gennaio di quest’anno. Il pubblico ministero Carlo Cinque, titolare del fascicolo di inchiesta sull’omicidio, ha firmato il nulla osta, che consentirà di restituire la salma alla famiglia per i funerali e il seppellimento. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, venne ritrovato in una villa abbandonata. Fin da subito, la madre del giovane riconobbe una scarpa e un mazzo di chiavi ritrovate in fondo ad un pozzo della tenuta. L’autopsia stabilì che il giovane fu massacrato di botte, forse con l’utilizzo di oggetti contundenti, e poi soppresso con alcuni colpi d’arma da fuoco. Sulla vicenda c’è un giovane licatese, amico di Truisi, che nei mesi scorsi è stato già iscritto nel registro degli indagati, per favoreggiamento. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento e degli agenti del Commissariato di Licata vanno avanti.
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