LICATA – Marzullo ucciso dal nipote 18enne per dissidi economici

Per l’omicidio del muratore di Licata, Giacinto Marzullo, 52 anni, ucciso ieri nel pomeriggio da un sicario armato di pistola calibro 9 si segue una pista ben precisa e pare ci sia anche un fermato, il nipote diciottenne figlio della sorella della vittima che adesso si trova nel carcere di Petrusa in attesa della convalida.. Quest’ultima, a quanto pare, avrebbe assistito a tutte le scene del delitto dato che, come trapela, avrebbe accompagnato il figlio all’incontro con Giacinto Marzullo.
L’arma del delitto, dopo le serrate investigazioni, e, a quanto pare dopo la confessione del giovane, sarebbe stata ritrovata.
Il movente sarebbe da ricercare all’interno della famiglia dell’uomo ucciso e poggerebbe le sue basi su un prestito ricevuto dalla vittima e mai restituito.
Polizia (commissariato di Licata e Squadra mobile di Agrigento) e Procura della Repubblica (indagine condotta dal Pm Carlo Cinque) sembrano privilegiare questa ipotesi investigativa alla luce anche dell’esito degli interrogatori avvenuti nel corso della notte che avrebbe posto in evidenza un fortissimo dissidio maturato in ambiente familiare.
La vicenda per il resto è nota: ieri una decina di colpi, di cui cinque, forse sei, sarebbero andati a segno, ha posto la parola fine alla vita del muratore Giacinto Marzullo di Licata in contrada Mollaca Faia, nei pressi della rotonda per Mollarella a Licata.
Marzullo sarebbe stato avvicinato – secondo la prima ipotesi investigativa – davanti al cancello dove i killer avrebbero iniziato a sparare. L’uomo, sposato e padre di due figli, avrebbe cercato di scappare ma sarebbe stato raggiunto e freddato prima d’arrivare alla porta del magazzino dove custodiva gli attrezzi agricoli. Familiari, amici, conoscenti e colleghi di lavoro sono stati sentiti durante tutta la notte.
Gli agenti della squadra mobile di Agrigento, coordinati dal dirigente Giovanni Minardi, dopo avere interrogato delle persone durante tutta la notte, all’alba hanno sequestrato un’auto e del materiale balistico. Inoltre avrebbero sottoposto alcune persone alla prova del tampon kit, utile a verificare se sulle loro mani ci sono tracce di polvere da sparo.
Ed a quanto pare i risultati del febbrile lavoro sono arrivati.
La Procura. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Carlo Cinque, ha già incaricato un medico legale per effettuare l’autopsia che sarà eseguita lunedì prossimo ad Agrigento.

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