LICATA – Omicidio Brunetto: cade l’accusa di sequestro di persona
Nicolò Giangreco
Indizi considerati “insussistenti” hanno portato il Tribunale del Riesame di Palermo ad annullare il reato di sequestro di persona, una delle accuse contestate all’imprenditore agricolo licatese di 58 anni, Angelo Carità, in carcere, per l’omicidio del bracciante agricolo di Licata, Giovanni Brunetto. Restano, invece, in piedi le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. I giudici del Riesame hanno ritenuto l’insussistenza di riscontri per confermare il reato di sequestro di persona, accogliendo in minima parte il ricorso presentato dei legali difensori dell’indagato, gli avvocati Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano e Salvatore Graci, che chiedevano l’annullamento della misura cautelare e l’immediata scarcerazione. Carità rimane in carcere e la difesa non si arrende e probabilmente farà ricorso in Cassazione. Per l’efferato delitto in cella si trova un altro licatese, Angelo Bianchi, 37 anni, ritenuto colui che avrebbe aiutato Angelo Carità a sbarazzarsi del bracciante agricolo.
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