Si è costituito intorno a mezzogiorno in Commissariato a Licata, Angelo Carità 58 anni, imprenditore agricolo, coinvolto a pieno titolo nell’inchiesta sull’omicidio di Giovanni Brunetto, 56 anni, scomparso da Licata lo scorso 7 maggio il cui cadavere è stato trovato sotterrato in un terreno di contrada Casalotti a Canicattì, lunedì pomeriggio. Carità era sfuggito alla cattura, forse aveva capito che gli inquirenti stavano arrivando a lui, quando, nelle scorse settimane, aveva saputo che il terreno di contrada Casalotti, nella sua totale disponibilità perché ne curava ogni aspetto, era stato sequestrato dalla Polizia. Terreno sul quale è stata effettuata una intensa attività di movimento terra e spostamento di alberi, con ausilio di escavatori meccanici, dopo la scomparsa del Brunetto. L’undici ottobre scorso, su ordine dei Pm Ignazio Fonzo e Salvatore Vella, il fondo agricolo è stato posto sotto sequestro probatorio, al fine di accertare se all’interno dello stesso è stato seppellito il cadavere di Giovanni Brunetto. Ricerca che ha dato esito positivo. E adesso per Carità, colpito da provvedimento di fermo insieme al suo complice e dipendente, Angelo Bianchi di 37 anni, già arrestato, si sono spalancate le porte del carcere Petrusa. Per entrambi l’accusa è di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere.
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