LICATA – Omicidio Brunetto, spunta un coltello insanguinato

Nuova tappa nell’accertamento della verità sull’omicidio di Giovanni Brunetto per  la cui morte erano stati accusati, di  omicidio volontario e occultamento di cadavere, i licatesi Angelo Carità ed anche Angelo Bianchi, rispettivamente 59 e 38 anni, imprenditore agricolo il primo, suo dipendente il secondo. La posizione del Bianchi era stata poi archiviata già da alcuni mesi e, dunque lo stesso era uscito dal processo, per cui Carità, ad oggi, è l’unico imputato. Brunetto era stato ritrovato cadavere nell’ottobre del 2013, sotterrato in un appezzamento di Canicattì. La vicenda della morte di Brunetto sarebbe legata ad un prestito di denaro. L’indagine a carico di Bianchi, archiviata dal Gip su richiesta della Procura, potrebbe adesso riaprirsi. Il pm Salvatore Vella, aveva disposto il sequestro di un autocarro di proprietà del Bianchi e sul quale sono state effettuate delle analisi. Ieri mattina l’esperto in rilevamenti scientifici ha detto dinanzi al Tribunale che all’interno della cabina dell’autocarro è stato rinvenuto un coltello a serramanico, con tracce di sangue. Come verosimili altre di sangue è sono state trovate in alcune zone dello stesso abitacolo del mezzo, ovvero sul cruscotto e su uno sportello. Sul veicolo posto sotto sequestro e custodito nel garage del commissariato di Licata, è stato trovato uno scontrino fiscale per un detersivo, in un sacchetto accartocciato, risalente al 27 maggio scorso, periodo successivo al sequestro. L’obiettivo è accertare se quel sangue sia umano e se sia di Brunetto. Il tribunale ha accolto tale richiesta, affidando l’incarico di periziare il coltello a Paola Di Simone, della polizia scientifica di Palermo. Gli esiti della consulenza sarà possibile conoscerli già nell’udienza del prossimo 9 ottobre.

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