LICATA – Vicesindaco Arnone a difesa del punto nascita: oltre 4mila firme raccolte

Sulla paventata chiusura del punto nascita dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso a Licata interviene oggi il Vicesindaco di Licata e Assessore alla sanità Giuseppe Arnone, il quale proseguendo la sua battaglia assieme alla popolazione locale, ha già raccolto oltre 4 mila firme contro la ventilata ipotesi di cessazione del servizio.

“A nome della Giunta– scrive in una nota Arnone – chiedo al Commissario dell’Asp 1 di Agrigento Messina maggiore rispetto nei confronti della Giunta licatese che fino a prova contraria si sta spendendo senza risparmio di energie per una battaglia civile che ribadisco appartiene ai licatesi e alle mamme del territorio.

Il Commissario dopo la lettera ufficiale di incontro da parte del Sindaco  ancora no ha dato seguito alla missiva, e apprendo che invece in un incontro tra lo stesso e la delegazione dei partiti ha dato un’apertura sulla possibilità di deroga al Decreto Russo. Ora pretendiamo dal Commissario un comportamento di collaborazione reale con la Giunta Graci che si è schierata immediatamente contro il Decreto e che oltre tutto è legittimata dalla volontà popolare di più di 8 mila licatesi che l’hanno votata per governare. Perciò Messina invece di trovare soluzioni esilaranti come il boom di nascite entro giugno con relazioni che saranno praticamente irrealistiche nei confronti dell’Assessore Russo, torni dalla fiction alla realtà, trovando soluzioni fattibili. I licatesi della demagogia non sanno cosa farsene. Noi senza infingimenti o facili vittorie , continuiamo il presidio con la tenda, ma vogliamo che i nostri interlocutori nel campo della sanità e dei partiti politici non creino “conventio ad excludendum” pericolose e che vanno in direzione opposte al senso della protesta, perchè qui si vuole tutelare una collettività , l’ostetricia e la sanità non sono di nessuno, sono servizi primari per i licatesi e di tutto il territorio, ci batteremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione e annuncio da subito una rete con le amministrazioni siciliane coinvolte nella chiusura degli altri punti nascita – conclude il vice sindaco di Licata –“.

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