Lo scultore agrigentino Zambuto inaugura mostra in Polonia

Lo scultore agrigentino Piero Zambuto inaugurerà una prestigiosa mostra promossa dal Centro Italiano di Cultura dell’Ambasciata Italiana in Polonia.

La mostra dal titolo “Piero Zambuto, sculture e creazioni funzionali” aprirà i battenti il 14 SETTEMBRE 2012 presso la Galleria Wystaw Czasowich Muzeum. L’evento è promosso dal Centro Italiano di Cultura di Bielsko-Biala e dal Museo di Bielsko-Biala.
L’artista esporrà sculture di pietra lavica, radici d’ulivo, pietra arenaria, calcarenite e alcune creazioni funzionali.
Una sezione della mostra sarà dedicata a quaranta creazioni inedite, opere ottenute dal recupero e dalla ricomposizione di materiali metallici quali bidoni in ferro e vecchi fusti di carburante. Dal riassemblaggio Zambuto sviluppa sensibilità materiche nuove, dall’oggetto all’ambiente, dalla superficie alla sensazione tattile della corrosione, strumenti vissuti di recente con nuova libertà d’invenzione espressiva.
 


 

L’attività artistica di Zambuto, iniziata negli anni ’70 appena terminati gli studi artistici, esemplifica alcune delle istanze che hanno caratterizzato la scultura moderna. Attraverso la sperimentazione informale del primo periodo, l’originale ricerca dell’artista approda ad una coerenza di propositi di grande forza, ad una volontà di dominare materia e forma che rifiuta di essere sorretta da qualsiasi convenzione. Per questo le sue forme non sono mai ovvie, ma risalgono i principi primi della scultura.

Pietra vulcanica, arenaria, calcarenite, silicio, radici e legni d’ulivo, sono questi i materiali che Zambuto predilige nei suoi interventi di scultura e che recupera nelle viscere della terra, in un dialogo intimo con la natura per come essa, muta e segreta, va rivelandosi alla sua sensibilità d’artista. Le pietre o i legni su cui lavora Zambuto sono sempre incontri occasionali, e in qualche modo rivelatori, di intensa comunicazione con il mondo che, dal canto suo, risponde alle esigenze dello scultore restituendo con la risacca del mare, o l’urlo spaventoso di un vulcano, i suoi relitti miracolosamente sopravvissuti al tempo e ancora pregni di significati da scoprire o immaginare. Così le radici di alberi abbandonate sulle spiagge d’inverno, o i brandelli di barche alla deriva, o i sassi vulcanici esplosi nei fondali più reconditi – e spesso recuperati con una fatica fisica e un rischio pari solo alla forza della natura e al bisogno dell’uomo di interrogarla – sono i termini necessari di un dialogo che si nutre di una tensione antagonistica nei confronti della materia e si trasforma presto in una lotta corpo a corpo con il desiderio di possederla, per poi magari soccombervi consapevolmente e cedere inermi e affascinati alla sua solenne e quasi religiosa potenza.


nota biografica

Piero Zambuto

Agrigento 17 febbraio 1953

Frequenta l’istituto d’arte cittadino, conclude gli studi nel 1972.

Giovanissimo frequenta la cerchia di Francesco Ortugno ad Agrigento e a Palermo Nicolò D’Alessandro, Ignazio Buttitta, Rosa Balistreri, Tano Zangarano ed altri.

Nel 1971 partecipa e gli viene assegnato il secondo premio del concorso “Colleverde”, istituito dal fratello di Giuseppe Sinatra donatore della nota collezione di pittura ottocentesca siciliana alla municipalità agrigentina.

Nel 1972 espone per la prima volta ad Agrigento presso il “club dell’arte”, con il ricavato delle opere vendute (tutte) si mette in viaggio per Parigi.

Lì dimora per tre mesi e frequenta l’atelier “la main”.

Torna ad Agrigento e riparte subito per Milano, durante i cinque mesi di permanenza ha contatti con l’ambiente dell’Accademia di Brera.

Nel 1974 espone a San Giovanni Gemini ed al Castello Chiaramontano di Racalmuto.

Nel 1975 alla “vetrinetta” di Caltanissetta, una galleria d’arte.

Nel 1976 riparte per Parigi dove vivrà fino al 1990.

Nei primi anni trova lavoro come maquettista per Pierre Cardin, Paco Rabanne, Christian Dior.

Nell’80 frequenta per un anno Dedalo Montali, un pittore sardo trasferito a Parigi di una certa notorietà.

Dal 1983 al 1990 si dedica prevalentemente all’ ameublement d’interieur.

Nel 1990 ritorna in Sicilia con la compagna Monica e con il figlio Raimondo.

In quel anno comincia a lavorare la pietra lavica di Linosa, isola da lui amata fin dagli anni ’70, dove si recò per la prima volta e dove continua a tornare ogni anno nei mesi estivi.

Dal ’90 ad oggi ha utilizzato diversi materiali, oltre il legno e la roccia vulcanica, recentemente l’arenaria, il gesso e l’anidride, la silice stratificata, la calcarenite.

Nel 1996 allestisce e dedica a Linosa e ai linosani una mostra dentro una caverna vulcanica.

Nel 2003-2004 espone sempre a Linosa negli spazi della casa vacanze Linoikòs.

Nel 2005 la grande antologica “dentro e fuori la caverna” alle Fabbriche Chiaramontane (Agrigento) a cura di Davide Lacagnina, 50 opere tra sculture, polimaterici e elementi d’arredo funzionali.

Nel 2009, sempre alle Fabbriche Chiaramontane (Agrigento), espone in seno a “Collectif d’Art”, una rassegna dedicata ai grandi nomi della pittura agrigentina. Zambuto prepara un’istallazione di sculture laviche, di grandi dimensioni, all’esterno dello spazio espositivo, creando una grande suggestione fra il contrasto della pietra lavica e l’architettura arabo-normanna dei luoghi.

Nel 2010 la mostra tra Morbegno e Porto Empedocle “Forme e colori a Sud”.


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