L’Ue blocca i soldi alla Regione

«Irregolarità nell’assegnazione degli appalti e carenze significative nel funzionamento dei sistemi di gestione e controllo»: la Commissione europea boccia la Regione, blocca finanziamenti per circa 600 milioni e impedisce che gli uffici di Palermo continuino a spendere i fondi del Fesr – 6 miliardi e mezzo – in attesa che da Palazzo d’Orleans arrivi un piano che metta ordine sul settore.
La decisione dell’Ue segue un primo provvedimento di sospensione dei pagamenti maturato a gennaio. In quella occasione alla Regione furono contestate violazioni di norme comunitarie nella spesa dei fondi del Fesr (il ramo principale di Agenda 2007/2013). Palazzo d’Orleans ha risposto difendendo la sua azione e promettendo di intensificare i controlli. Ma con un dossier di 10 pagine la direzione Politica regionale di Bruxelles, guidata da Walter Deffaa, ha notificato ieri a Palermo che le rispose fornite dalla Regione «non sono sufficienti. Non è stata intrapresa nessuna misura correttiva». Bruxelles va oltre la polemica tutta siciliana sulla quantità di fondi spesi e i relativi ritardi. Il dossier cita alcuni esempi che danno la misura delle irregolarità. Sotto osservazione sono finiti gli investimenti degli assessorati Infrastrutture, Economia, Salute e della Protezione civile. In un caso i controlli svolti in Sicilia non avevano evidenziato i «procedimenti giudiziari nei confronti di un contraente incaricato dei lavori». Inoltre, in una «significativa percentuale dei progetti esaminati non è stata verificata l’ammissibilità delle opere aggiuntive e dei relativi costi».
Per quanto riguarda gli investimenti da 34,1 milioni fatti dall’assessorato all’Economia e da 16,7 da quello alla Sanità «le verifiche sono state parziali o inadeguate, non avendo riguardato aspetti sostanziali dei progetti». In  particolare  per la Sanità «questa carenza ha interessato tutte le verifiche di gestione effettuate dal dipartimento Pianificazione strategica». Piovono critiche anche sulla regolarità degli investimenti fatti, senza gara, tramite società in house della Regione. Contestazioni che ricalcano quelle di gennaio. E per questo motivo, malgrado a marzo la Regione abbia tentato di difendersi, la Commissione rileva che gli impegni non sono stati mantenuti: «Non è stato messo in atto un sistema di controllo della qualità delle verifiche».
Erano stati promesso corsi di formazione per migliorare i controlli ma la Commissione non ne ha trovato traccia. Di conseguenza «le verifiche fatte in Sicilia non si possono considerare efficaci e affidabili. Non soddisfano». Bruxelles contesta alla Regione di aver speso con approssimazione e facendo pochi controlli. Perplessità anche sui continui cambi di dirigenti effettuati da Lombardo nei posti-chiave della gestione e del controllo della spesa: «Per più di due mesi il posto di responsabile dell’autorità di audit (si occupa delle verifiche) è rimasto vacante. E ora è ricoperto da un dirigente il cui contratto scade prima del completamento delle procedure».
Da qui «i seri ritardi nell’attuazione degli strumenti finanziari». Il sistema dei pagamenti di Bruxelles – spiega Ludovico Benfante, che guida uno degli uffici regionali per i controlli – funziona così: la Regione, dopo aver assegnato l’appalto, anticipa i finanziamenti e poi certifica la spesa ottenendo il rimborso dall’Europa. Sono questi rimborsi a essere bloccati adesso.
A gennaio si sono fermati quelli maturati fra ottobre e dicembre (200 milioni circa). Ora quelli dei primi sei mesi dell’anno (altri 400 milioni). Bruxelles ora assegna due mesi alla Regione per «migliorare il funzionamento del sistema». Nell’attesa tutti i pagamenti restano fermi. La Commissione farà una missione di controllo nei prossimi mesi in Sicilia. E già minaccia di «cancellare in parte o completamente il contributo del programma Fesr». Ipotesi che a Palermo ritengono lontana: «Siamo ancora in una fase di contraddittorio – spiega Benfante – e va aggiunto che c’è stata una difficoltà di comprensione da parte di Bruxelles nei nostri confronti».

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