MAFIA – 85 misure cautelari a Partinico: arrestata anche la collaboratrice di giustizia Giusy Vitale

I carabinieri del Comando provinciale di Palermo e la Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 85 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, reati in materia di armi, estorsione e corruzione. Sono 63 le persone in carcere, 18 ai domiciliari e 4 sottoposte a obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.

Arrestata anche la collaboratrice di giustizia Giusy Vitale, sorella dei capi del mandamento mafioso di Partinico Leonardo e Vito.

La notizia della sua collaborazione con la giustizia scosse Cosa nostra. Passata alla guida del clan dopo la detenzione dei fratelli Leonardo e Vito, poi divenuta collaboratrice di giustizia, per i pm sarebbe al centro di un grosso traffico di droga. Con lei sono stati arrestati anche la sorella Antonina e il nipote Michele Casarrubia.

L’operazione, che si è svolta nella provincia di Palermo e in altre regioni italiane, è stata coordinata dalla Dda che ha scoperto 5 organizzazioni di trafficanti di droga che operavano tra Palermo e la provincia e Trapani.

La necessità di non compromettere i guadagni garantiti dal traffico di stupefacenti su larga scala ha imposto una sorta di pax tra i vari gruppi, tutti legati ai clan mafiosi, per la gestione territoriale dei flussi di droga.

Da questa esigenza la definizione di un precario equilibrio caratterizzato da una costante fibrillazione che si è manifestata con numerosi danneggiamenti, spedizioni punitive ed atti incendiari riconducibili all’uno o all’altro gruppo criminale, sempre in procinto di portare lo scontro ad un livello superiore. E’ emersa, scrive il gip, “l’immagine di una vera e assai allarmante balcanizzazione degli scenari criminali che consente di presagire futuribili scenari di nuove e forse imminenti guerre di mafia nella provincia palermitana storicamente nota come tra le più attive nell’ambito criminale del traffico di stupefacenti”.

La famiglia Vitale, nome storico di Cosa nostra è al centro dell’indagine della Dda . Tra i personaggi di spicco Nicola Lombardo, genero dello storico capo-mandamento di Partinico Leonardo Vitale, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa.

Lombardo era deputato alla risoluzione di controversie tra privati in virtù del “prestigio criminale” che gli derivava dall’ inserimento organico nella famiglia mafiosa di Partinico.
    Fedelissimo di Lombardo era Nunzio Cassarà che ha mantenuto i rapporti con un altro esponente di vertice del clan, Francesco Nania, poi arrestato nel febbraio 2018.
    Altro personaggio coinvolto nel blitz, condotto dalla Dia e dai Carabinieri, è Michele Vitale, figlio del capomafia Vito, detto Fardazza, e nipote di Leonardo Vitale. Il suo clan era capace di coltivare e produrre nella zona di Partinico ingentissime quantità di marijuana e di gestire un vasto traffico di droghe, approvvigionandosi, poi la cocaina, dalla ‘ndrina dei Pesce di Rosarno (RC) e da un noto narcotrafficante romano che è stato poi catturato in Spagna dove era latitante.
    Nelle conversazioni con il narcos romano i mafiosi usavano un linguaggio cifrato legato ad acquisti di vini per non farsi scoprire. Nel corso delle indagini è stato scoperto un sito di stoccaggio in cui era in essicazione una gran quantità di marijuana, e subito dopo, in contrada Milioti, una vasta piantagione di circa 3.300 piante di cannabis indica.

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