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MAFIA – Confermata la confisca della sala bingo “Las Vegas”

Il verdetto della corte d’appello su "Las Vegas Bingo" del valore di oltre dieci milioni. La struttura, di proprietà del boss Nino Rotolo, era intestata ai suoi prestanome condannati a sei anni

La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha dato esecuzione, mediante notifica agli interessati, al provvedimento recante la confisca di 2° grado dell’intero complesso aziendale della società “Las Vegas Bingo srl”, del valore di oltre 10 milioni di euro.

L’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati è tra gli obiettivi strategici della D.I.A., ribaditi dal nuovo Direttore, Dott. Arturo DE FELICE, al momento del suo insediamento al vertice della struttura il 1° novembre scorso.

Il provvedimento ablatorio, emesso dalla locale Corte di Appello – Sezione V Penale – Misure di Prevenzione, ha interessato, tra l’altro, diverse autovetture, imbarcazioni di lusso, saldo attivo di numerosi conti correnti, nonché una tra le più grandi sale bingo d’Europa, la “LAS VEGAS” di Palermo.

Quanto sopra a piena conferma ed a coronamento di complesse ed articolate indagini poste in essere dal personale del Centro Operativo D.I.A. di Palermo, con il coordinamento del Sost. Proc. della locale D.D.A. dr. Gaetano Paci, in ordine ad una ipotesi di reato di riciclaggio, per cui si è accertata e la mancanza dei necessari mezzi economici in capo ai soggetti intestatari della più grande sala bingo di Palermo, e la presenza di significativi interessi mafiosi al suo interno.

La sala Bingo in argomento, gestita dalla società Las Vegas Bingo srl, è stata realizzata in un immobile di formale proprietà dei noti costruttori palermitani Pecora, indiziati mafiosi,  ma in realtà riconducibile al capo mafia palermitano Rotolo Antonino, classe 1946, personaggio di spicco di cosa nostra, assurto al vertice della organizzazione mafiosa operante nel capoluogo siciliano.

La società Las Vegas Bingo srl, costituita tra i fratelli Casarubea Francesco, Cristina, Olga e Manuela, faceva nascere, nell’immobile di cui sopra, l’omonima sala

bingo, avvalendosi, per l’acquisizione della lucrosa attività in questione, del contributo di esponenti di spicco delle famiglie mafiose palermitane, quali Mannino

Alessandro cl.1960, Inzerillo Rosario cl.1944, Piraino Filippo cl.1947 e Marcianò Vincenzo cl.1945. Circostanza, quest’ultima, accertata e suffragata anche, successivamente, dalle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia.

Le sale Bingo e i centri scommesse, stante la movimentazione di ingenti somme di denaro liquido, sono obbiettivi altamente appetibili per la criminalità organizzata, ma soprattutto di grande interesse per cosa nostra, in quanto strumento ideale per operazioni di riciclaggio dei capitali illeciti, provenienti dalle estorsioni e dal traffico di stupefacenti.

In concomitanza con il provvedimento ablatorio in argomento, la Seconda Sezione Penale del locale Tribunale, accogliendo le  richieste  avanzate dal P.M.   dr. Gaetano Paci, a piena conferma dell’apparato accusatorio, ha condannato a sette anni di carcere Casarubea Francesco, infliggendo, altresì, la pena di sei anni  ai citati Mannino, Inzerillo, Piraino e Marcianò, per riciclaggio di denaro di provenienza illecita attraverso la sala bingo.

 

 

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