MAFIA – Matteo Messina Denaro, il nuovo volto del superboss di Cosa nostra

Eccolo, il volto del latitante più ricercato d’Italia, ecco l’ultimo identikit del mafioso che tutti cercano ma che nessuno trova. La faccia di Matteo Messina Denaro, com’è oggi, a più di vent’anni da lontanissime e sbiafite foto segnaletiche-

L’ultimo padrino latitante di Cosa Nostra, il boss trapanese Matteo Messina Denaro, ha un “nuovo” volto. Il Gico della Guardia di Finanza, grazie all’aiuto di un confidente, ha elaborato al computer un identikit del capomafia ricercato dal 1993. L’immagine del volto in possesso ora degli inquirenti non si discosta di molto dall’ultimo identikit realizzato dalla polizia. Il suo valore sta nel fatto che è stata preparata sulla base delle descrizioni fornite da una fonte confidenziale che è stato in contatto col padrino di recente. Capelli ancora scuri, una stempiatura più ampia del passato, leggermente appesantito: così appare il boss di Castelvetrano. Il confidente descrive, però, un capomafia senza più gli occhiali da vista: vera novità della ricostruzione rispetto alle precedenti che lo ritraevano con lenti spesse a causa della grave malattia alla retina di cui soffre. Per curarsi due volte Messina Denaro in passato sarebbe andato da un noto specialista spagnolo, in una clinica di Barcellona. Sentito dagli inquirenti, il medico avrebbe confermato la gravità della patologia ipotizzando che Messina Denaro sarebbe cieco da un occhio.

Con quest’immagine, l’uomo che tutti inseguono ma che è sempre libero, adesso è un po’ meno invisibile, sempre più isolato da quell’esercito di complici che copre la sua clandestinità. Il tempo sembra essere passato anche per lui.

Lo cercano dal 1993. Hanno sequestrato beni per 3,5 miliardi ai suoi prestanome. E troppe volte è misteriosamente sfuggito alla cattura. Orà però qualcuno ha visto da vicino la primula rossa della mafia disegnando questo identikit che, con molta probabilità peserà sulla sua latitanza. E’ una traccia, una delle poche intorno a un boss considerato un fantasma. Da mesi e mesi i rumors annunciano “imminente” o addirittura “certa” la sua cattura, ma lui – che compirà 52 anni il prossimo 26 aprile e che è alla macchia dal 2 giugno 1993 come mandante ed esecutore per le bombe di Firenze, Roma e Milano – è sempre nascosto, pensano gli investigatori nel suo regno tra Castelvetrano e il mare africano anche se sono girate voci di una sua fuga all’estero.

Gli hanno fatto terra bruciata intorno, i pm di Palermo guidati dal Procuratore aggiunto Teresa Principato: sono finiti in carcere centinaia di favoreggiatori, l’hanno impoverito con i sequestri. Ma Matteo Messina Denaro, chiamato “Diabolik” dai suoi vecchi amici e “Testa dell’acqua”, dai suoi seguaci in adorazione, resta sempre il ricercato numero 1 nel bollettino del Ministero dell’interno.

Sulla sua testa c’è sempre quel “wanted”, la taglia di 1 milione e mezzo di euro di ricompensa a chi fornirà informazioni utili per stanarlo.

Quest’immagine non è una rielaborazione al computer, come quella eseguita tre anni fa dagli esperti della polizia scientifica con la tecnica dell’Age Progression per ottenere un “invecchiamento”, ma è un identikit vero, proveniente da precise indicazioni di chi lo conosce e lo incontra. Sulle “fonti” c’è segretezza assoluta, come sulle indagini andate avanti fra tanmti ostacoli e sospetti negli ultimi due anni.

FONTE: REPUBBLICA IN ESCLUSIVO

 

MATTEO MESSINA DENARO nuovo identikit

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