MAFIA – Matteo Messina Denaro non volle l’attentato al magistrato
Nicolò Giangreco
Il boss Matteo Messina Denaro si oppose al progetto delle “famiglie” palermitane di attentato a un noto magistrato in servizio nel capoluogo siciliano. A rivelare il particolare sono i giudici del tribunale di Marsala che hanno depositato oggi le motivazioni della sentenza con cui, a novembre scorso, hanno condannato oltre al latitante di Castelvetrano, il cognato Vincenzo Panicola e altri 11 tra ”affiliati” a Cosa Nostra, anche con ruoli di spicco e favoreggiatori. Informato dell’intenzione dei clan palermitani, il capomafia trapanese “si era espresso con sfavore – si legge nella sentenza – affermando che l’esperienza del passato aveva dimostrato che attentati e azioni eclatanti fossero controproducenti per l’associazione”. Il ritratto del boss fatto dal collegio smentisce le indiscrezioni, raccontate da alcuni confidenti, sul piano di morte che Messina Denaro avrebbe progettato ai danni di magistrati palermitani. Nella sentenza i giudici descrivono il boss come il capo della mafia trapanese e palermitana.
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