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MAFIA – Maxi confisca da 9,5 milioni a imprenditore Li Pera

Un fermo immagine tratto da un video della Dia di Caltanissetta, 29 giugno 2022: La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni, per un valore di 2 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Caltanissetta, sezione misure di prevenzione, nei confronti di un imprenditore 45enne di Gela, Claudio Domicoli, condannato per associazione mafiosa, estorsione, usura, evasione, detenzione illecita di stupefacenti e detenzione illegale di armi. "L'uomo, attualmente imputato per trasferimento fraudolento di valori, falso e truffa nonché indagato per bancarotta fraudolenta - come si legge nella nota della Dia di Caltanissetta - ha mantenuto negli anni una pericolosità sociale perseguendo e continuando il proprio disegno criminoso, consistito nella gestione di fatto di due aziende a lui riconducibili anche successivamente all'applicazione di una misura cautelare personale". Oggetto del provvedimento sono l'intero capitale sociale ed il complesso aziendale dei beni di due società di Gela operanti nel settore del commercio all'ingrosso di frutta ed ortaggi, due motocicli ed alcuni rapporti bancari direttamente intestati all'imprenditore e a suoi familiari per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. ANSA/CARABINIERI DIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

 Maxi confisca da 9.5 milioni di euro per l’imprenditore Giuseppe Li Pera, originario di Polizzi Generosa, in provincia di Palermo, ma da anni residente a Caltanissetta. La Direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione al provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, su proposta del direttore della Dia.

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La confisca, che segue il sequestro effettuato nel 2020, “trae origine – si legge in una nota della Dia – da una complessa attività investigativa condotta dal Centro operativo di Caltanissetta, che ha ripercorso la carriera dell’imprenditore dalla metà degli anni ’80 ad oggi, accertandone la pericolosità sociale nonché un’ascesa economico-imprenditoriale costellata da costanti e continui rapporti intrattenuti tra Li Pera e il gotha dell’imprenditoria mafiosa”. Li Pera già dal 2007, risultava condannato definitivamente per associazione mafiosa, al termine di complesso percorso giudiziario, le cui origini risalgono al 1991, nell’ambito dell’indagine del Ros nella nota inchiesta “mafia e appalti”. Secondo la ricostruzione degli investigatori Li Pera, alla fine degli anni ’80, dipendente di una grossa società del nord Italia, attiva nel settore delle grandi opere negli appalti pubblici, non soltanto si prodigò in favore di quella società per ottenere illeciti vantaggi in termini di aggiudicazione e gestione degli appalti in Sicilia ma, grazie alla sua vicinanza al contesto mafioso, ne trasse personale illecito arricchimento tramite una impresa a lui direttamente riconducibile. Una vicenda complessa e molto articolata che inizia dalla formale collaborazione con la Giustizia, a partire dal giugno 1992, seguita, successivamente, dalla cessazione del beneficio dello speciale programma di protezione su espressa rinuncia dell’imprenditore che dal 2001 inizia, tramite prestanome, la diretta gestione delle numerose società a lui riconducibili operanti in provincia di Catania, Messina e Trapani. Un impero milionario conseguito in oltre trent’anni di attività imprenditoriale e rapporti d’affari, intrattenuti anche con diversi boss mafiosi del vertice della mafia siciliana.

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