MAFIA – “Messina Denaro ha cambiato voce e impronte digitali”. Rivelazioni di un detenuto ai magistrati

Un detenuto ha scritto una lettera ai magistrati di Palermo. “Posso farvi catturare il latitante”. Dubbi sulla sua attendiblità, ma il Gip non archivia il caso: “Continuate ad indagare”.  Nella missiva il detenuto ripete spesso che non si tratta di fantasie per ottenere chissà quale sconto di pena, ma è proprio su questo che si gioca la partita sulla sua attendibilità. Racconta di avere diviso la cella con un sudamericano che gli avrebbe confidato di essere in contatto con Messina Denaro. Sapeva, ad esempio, che il latitante nel ’95 si trovava in Guatemala.

Fra i due detenuti sarebbe nato un rapporto di amicizia, tanto che il colombiano, ad un certo punto, avrebbe alzato l’asticella delle confidenze. Diceva di sapere dove ha vissuto Messina Denaro, chi lo ha protetto e come è riuscito a sfuggire finora alla cattura.

Che si sarebbe addirittura sottoposto ad un’operazione per cambiare il tono della voce e le impronte digitali. Il giudice per le indagini preliminari, Lorenzo Matassa, ha respinto la richiesta di chiudere il caso e imposto ai pubblici ministeri di andare avanti con le indagini.

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