MAFIA – “No” a telefonate tra i boss di Partinico Vitale al 41 bis

La Cassazione dice «no» alle telefonate dal carcere tra i due boss ergastolani di Partinico nel palermitano al 41 bis, i fratelli Vito e Leonardo Vitale. È stata così annullata l’ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza di Sassari che aveva accolto il ricorso presentato dal detenuto Leonardo Vitale contro la decisione della direzione del carcere sardo che non aveva concesso i colloqui telefonici. Secondo il tribunale di sorveglianza sarebbe stato violato un diritto dei detenuti.

Il carcere aveva imposto il divieto sulla base di quanto affermato dalla Dda che aveva confermato che a Partinico era ancora accertata «la vitalità dell’organizzazione mafiosa» e «il ruolo egemonico di entrambi i fratelli al suo interno». Sulla scorta anche dell’esperienza del recente passato, in cui era emersa dalle indagini «la facilità con cui i membri dell’organizzazione erano riusciti a scambiarsi informazioni criminali da dentro e fuori il carcere». In questo modo, sempre secondo la Dda, i due avrebbero mantenuto «il controllo delle operazioni criminali». Secondo il magistrato di sorveglianza la relazione dalla Dda era basata su «affermazioni generiche e inidonea a dimostrare l’esistenza di pericoli attuali per l’ordine e la sicurezza pubblica, legate allo svolgimento del colloquio». Il ministero della Giustizia ha presentato ricorso alla Cassazione contro l’ordinanza del giudice di sorveglianza. Secondo la suprema corte il parere della Dda, seppur non vincolante, è «l’organo consultivo in possesso di un patrimonio informativo prezioso al fine di orientare la scelta amministrativa».

Vito Vitale, 63 anni, e il fratello Leonardo di 67 anni, furono arrestati negli anni ‘90. A loro carico una serie di omicidi, con condanne passate in giudicato, per regolare i conti all’interno di possibili conflitti in cosa nostra.

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