MAFIA – Sequestrati beni per 1 milione di euro a boss Giovanni Brusca
Nicolò Giangreco
Beni per un milione di euro sono stati sequestrati a Giovanni Brusca, l’ex capo del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato, catturato ad Agrigento il 20 maggio 1996, e condannato per essere stato l’organizzatore ed esecutore materiale della strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. I carabinieri di Monreale hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ed hannomesso i sigilli su alcuni immobili, per un valore complessivo di un milione di euro circa, intestati o riconducibili proprio a Brusca, oggi collaboratore di Giustizia. Il provvedimento scaturisce da una inchiesta della Procura Repubblica di Palermo condotta dal procuratore aggiunto Dino Petralia e daisostituti procuratore Sergio Demontis e Claudia Ferrari, che ha consentito di bloccare un piano di recupero, ideato e attuato dal collaboratore, di alcuni immobili intestati a prestanome e di ingenti somme di denaro, sequestrate e poi restituite, la cui gestione era stata affidata a persone compiacenti, al fine di monetizzare un consistente capitale da reinvestire nella prospettiva della sua eventuale liberazione per fine pena. A tal fine, Brusca, all’atto della sottoscrizione di intenti, prima della concessione dello status di collaboratore di giustizia, aveva omesso di dichiarare come a lui riconducibili, direttamente o per interposta persona, i beni oggi sequestrati e cioè i proventi per la locazione un immobile di San Giuseppe Jato, i proventi della vendita di un immobile di via Pecori Giraldia Palermo, un magazzino ubicato a San Giuseppe Jato, alcuni locali di Piana degli Albanesi, intestati alla moglie di Brusca, Rosaria Cristiano; un immobile di Palermo, con accesso alla via Generale Emanuele Pezzi che è attualmente affittato a una chiesa evangelica apostolica.
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