MAFIA – Un video incastra “postino” del boss Messina Denaro [VIDEO]

Un video di 10 secondi smentisce le parole di Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha ‘prestato’ l’identità al boss Matteo Messina Denaro, e da qualche settimana in carcere per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena.

I pm Gianluca De Leo e Piero Padova hanno depositato al tribunale del Riesame, al quale Bonafede aveva fatto ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare, un video girato da alcune telecamere di sorveglianza piazzate a Campobello di Mazara, paese in cui Messina Denaro si nascondeva.

Nel filmato si vede Bonafede, a bordo dell’auto usata dai messi del Comune, incrociare la Giulietta del capomafia. I due veicoli arrestano la marcia e il boss e l’impiegato comunale si fermano a parlare.
    L’indagato ha sempre negato di conoscere il padrino di Castelvetrano. Ma le immagini lo smentiscono.
    Accusato di aver fatto da postino tra il medico Alfonso Tumbarello, che aveva in cura il boss, e lo stesso capomafia, Bonafede si è difeso sostenendo di aver saputo che le ricette prescritte dal dottore a nome del geometra fossero realmente per suo cugino e di avere ignorato che il vero paziente fosse invece Messina Denaro. 

Il boss della mafia Matteo Messina Denaro, richiuso in regime di 41 bis nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, è stato ieri per la prima volta nell’ospedale San Salvatore per fare degli esami legati alle cure del tumore al colon: dalle 9 alle 16, con un ingente spiegamento di forze dell’ordine e misure di sicurezza, è stato trasferito per sottoporsi a una tac e un ecocardiogramma nel piccolo ospedale prefabbricato denominato G8 realizzato dopo il tragico terremoto del 2009 in occasione del summit mondiale che ha portato in città i grandi della terra.

Gli esami si sono resi necessari per verificare lo stato della malattia e se la terapia sta funzionando. Il 60enne è apparso in buone condizioni. Lo spazio sanitario è stato transennato con il nastro utilizzato solitamente dall’autorità giudiziaria e decine di rappresentanti delle forze dell’ordine hanno presidiato la zona e controllato in maniera discreta gli utenti che sono transitati nel G8: con loro anche gli agenti del Gruppo operativo mobile, per l’occasione incappucciati, che fanno parte del coro della polizia penitenziaria che dal 17 gennaio scorso, il giorno dopo l’arresto a Palermo, hanno in carico l’ex super ricercato più eccellente d’Italia.

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