Mattarella: «Sui ministri non posso subire imposizioni, devo tutelare i risparmi degli italiani» Salvini: si torni al voto|5 Stelle: si ragiona su impeachment

A 84 giorni dalle elezioni, 12 settimane, un record per la storia repubblicana, l’Italia non ha un governo. Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte domenica sera ha sciolto negativamente la riserva e ha rimesso il mandato al termine del colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durato circa un’ora. È finito così il tentativo di formare un governo a guida M5S-Lega. Ed è l’economista Paolo Savona, designato per il ministero dell’Economia, lo scoglio sul quale si è incagliata la partita. Di Maio e Salvini hanno visto il presidente Sergio Mattarella per cercare di sbloccare in extremis l’impasse sul governo giallo-verde, ma l’operazione non è riuscita. «Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, per far nascere un governo che difendesse gli interessi dei cittadini italiani. Ma qualcuno (su pressione di chi?) ci ha detto No», scrive Matteo Salvini su Twitter. «Scelta di Mattarella incomprensibile, c’è un problema di democrazia», insiste Luigi Di Maio su Facebook. Ma il capo dello Stato replica con durezza: «Il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzie che non ha mai subito e può subire imposizioni». Conte si ritira in buon’ordine: «Ho profuso il massimo sforzo, massima attenzione per adempiere a questo compito in una clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato». Ma il suo incarico è durato solo 4 giorni.

Mattarella: «Ho agevolato in ogni modo la nascita del governo»

Mattarella al termine del colloquio ha spiegato la sua scelta. «Ho sperimentate tutte le possibili soluzioni, che pur contrapposte alle elezioni si sono congiunte ne ho agevolato in ogni modo la salita al governo, ne ho atteso tempi e gesti per farle approvare dai militanti, pur consapevole che mi avrebbe attirato considerazioni critiche, ho accolto il nome del presidente del Consiglio superando anche qualsiasi perplessità sul fatto che un governo politico fosse guidato da un tecnico. Nessuno può sostenere che io abbia ostacolato il governo definito del cambiamento, al contrario accompagnato con grande collaborazione questo tentativo, come è mio dovere, in presenza di una maggioranza parlamentare. Avevo fatto presente sia al presidente del Consiglio che ai capi politici che per alcuni ministeri avrei esercitato particolare attenzione. In questo caso il presidente della Repubblica ha condiviso e accettato tutte le proposte tranne quella del ministro dell’Economia: ho chiesto l’indicazione di un rappresentante della maggioranza coerente con le forze di maggioranza» che non mettesse in difficoltà la posizione dell’Italia rispetto all’Europa. Mattarella ha indicato tutti i rischi che il Paese correva con un ministro che mettesse in dubbio la permanenza del nostro Paese nel sistema della moneta unica europea. Ma ha «registrato con rammarico indisponibilità a ogni altra soluzione e quindi Conte ha rimesso il mandato». «L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Europa, e ne è protagonista», ricorda Mattarella, che non fa «queste affermazioni a cuor leggero», ma pone «la difesa dell’interesse nazionale e della Costituzione» al primo posto: «Quella dell’adesione all’euro è una scelta fondamentale delle prospettive del nostro Paese e del nostro futuro, se si vuole escluderla bisogna approfondirla attentamente. Elezioni anticipate? «Mi riservo di prendere questa decisione nelle prossime ore».

Il nodo Savona

Come si temeva, le possibilità di far nascere un nuovo governo si sono frantumate sulla casella del ministero dell’Economia che il leader della Lega Matteo Salvini, in accordo con Luigi Di Maio, voleva affidare a tutti i costi al professore Paolo Savona. Dal Quirinale, sebbene sollecitato, non sono filtrate durante la giornata reazioni ufficiali alla lunga dichiarazione diffusa dopo le 13 in cui l’economista Savona puntualizzava (e in qualche modo rassicura il Quirinale) le sue posizioni scettiche su Euro e Unione Europea affermando di «volere un’Europa diversa, più forte, ma più equa». Ma in serata è apparso chiaro che il Colle, di fronte agli «irrigidimenti dei partiti», non ha dato il suo benestare.

Di Maio: «Non ci è stato permesso»

«Incomprensibile la scelta di Mattarella», reagisce Luigi Di Maio con una diretta su Facebook. Allora «diciamoci inutile votare: decidono le lobby». «Per noi l’Italia è sovrana: se si vuole impedire un governo del cambiamento allora ce lo devono dire chiaramente. Sono molto arrabbiato». Così il leader M5s, che aggiunge: «stiamo lavorando da decine e decine di giorni, dalla mattina alla sera, per assicurare un governo a questo Paese: ma la verità è che stanno facendo di tutto per non mandare il M5s al governo di questo paese».

FONTE: CORRIERE.IT

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