Maxi inchiesta “Proelio”: condanna a 20 anni per Francesco Fragapane

Il gup di Catania, Salvatore Ettore Cavallaro, ha deciso quattro condanne e tre assoluzioni per gli imputati agrigentini della maxi inchiesta “Proelio” che ha sgominato un presunto traffico di cocaina e furti di bestiame con la regia della mafia delle province di Agrigento e Ragusa. La pena più alta, 20 anni di carcere, peraltro ridotta di un terzo per effetto del giudizio abbreviato, è stata inflitta al trentottenne di Santa Elisabetta, Francesco Fragapane, coinvolto pure nell’inchiesta “Montagna” dove viene delineato il suo ruolo di capo del mandamento e aspirante capo provincia di Cosa Nostra seguendo le orme del padre Salvatore, uno dei più potenti a sanguinari boss della mafia agrigentina. 

Cinque anni e quattro mesi, pena ridotta oltre che per il rito anche per le attenuanti speciali previste dalla legge sui collaboratori di giustizia, per il pentito Giuseppe Quaranta, 51 anni, ex capo mafia e braccio destro dello stesso Fragapane: il giudice, malgrado nelle sue rivelazioni si sia detto estraneo, lo ha riconosciuto colpevole di essere partecipe all’associazione che gestiva droga e furti di bestiame come forma di finanziamento delle famiglie mafiose. 

Cinque anni di reclusione sono stati inflitti a Salvatore Montalbano, 25 anni, di Favara; sei anni a Girolamo Campione, 41 anni, di Burgio. Tre gli assolti: Roberto Lampasona, 41 anni, di Santa Elisabetta, Antonino Mangione, 38 anni, di Raffadali e Antonino Manzullo, 52 anni, di Burgio.“

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