Miccoli, lacrime e pentimento “Chiedo scusa, non sono un mafioso”

Miccoli in lacrime alla conferenza stampa che lui stesso ha convocato per chiarire la vicenda legata all’indagine in cui è coinvolto. Il bomber rosanero è indagato per estorsione e accesso abusivo a sistema informatico: avrebbe commissionato al suo amico Mauro Lauricella – figlio di Antonio, boss del quartiere Kalsa, detto U Scintilluni, arrestato nel settembre 2011 dopo un periodo di latitanza – di riscuotere una somma di denaro dai gestori di una discoteca di Isola delle Femmine, nel Palermitano, e avrebbe inoltre convinto in titolare di un centro di telefonia a intestare alcune sim a ignari clienti per darle in uso a Lauricella proprio nel periodo in cui il padre di quest’ultimo era ricercato. 

“Chiedo scusa a Palermo, alla mia famiglia, per tutto quello che ho fatto. Da tre notti non dormo. Sono uscite cose che non penso. Ho sempre partecipato alle partite del cuore per onorare la memoria dei magistrati uccisi. Sono distrutto. Sono cresciuto in un contesto di valori. Chiedo scusa alla famiglia Falcone e a tutti. Avevo già contattato la signora Falcone. Lei mi ha detto che bastava chiedere scusa a tutta Palermo. E sono qui per questo”.

Il calciatore ha poi parlato della vicenda giudiziaria che lo vede indagato dalla procura di Palermo. “Sono contento che sia uscito tutto – ha spiegato – Ho voluto essere amico di tutti, della città. Quando finirà questa storia voglio fare il testimonial della legalità. Spero che la signora Falcone me lo permetta, voglio partecipare alla sua associazione”. Nel pomeriggio alcuni tifosi deporranno una maglia all’albero Falcone. “Volevo essere con loro – ha detto Miccoli – ma il mio gesto non sarebbe stato forse compreso nel modo giusto”.

“Non sono mafioso, sono contro la mafia e voglio dimostrarlo. Ho cercato di non essere in questi anni il capitano del Palermo, ma Fabrizio per tutti. Ho trascurato la mia famiglia per essere un palermitano. Ho frequentato tutti pensando che mi potessero dare vera amicizia, ho sbagliato. In cinque ore di interrogatorio davanti ai magistrati è uscito un altro Fabrizio Miccoli. Ho risposto a tutto quello che mi hanno chiesto. Adesso devo rinascere, evitare tutte le sciocchezze, devo crescere. Pensare a quello che è la vita vera, la mia famiglia, i miei figli. Non posso dire quello che ho detto ai pm, però sappiate che ho detto tutto quello che so”.

”Da quando sono a Palermo sono andato tre volte in discoteca, a campionato finito, poi ho sempre cercato di allenarmi e fare il professionista. Andavo al ristorante, a pesca, con agenti della Digos, ho frequentato tutti, mai senza secondi fini. Il Tenente Onorato, dove ci alleniamo, è un campo militare e non entra nessuno. Mi riferivo a questo quando nelle intercettazioni dicevo di non venire al campo”.

“Ringrazio Buffon che mi conosce da una vita. Lui sa come sono fatto, che persona sono. Ha espresso un giudizio importante. Per quanto riguarda il mio lavoro non temo nulla, prenderò quello che verrà con la massima serenità. L’importante è che questa storia finisca il prima possibile, il resto è tutto in secondo piano”.

“Ho sentito il presidente, mi dispiace per come è finita. Zamparini mi conosce, sa chi sono. Quest’anno abbiamo bisticciato come moglie e marito. Se avessimo parlato di più le cose potevano andare diversamente. Se devo fare un bilancio di questi sei anni posso solo ringraziarlo per l’opportunità di essere stato in questa squadra. Mi sarei aspettato di restare, di concludere qui la mia carriera. Rispetto le idee di Zamparini, comunque, e lo ringrazio. Quello che succederà non lo so. Ho una mia idea, la mia preferenza”.

“Ai tifosi dico scusa. Sono qui per questo, penso di avere già detto quello che potevo. Mi auguro che capiscano che persona sono e si ricordino quello che ho fatto per questa maglia. Magari non mi perdoneranno subito, ma con il tempo. Posso dire che la mia famiglia mi è stata vicina, ho cercato di proteggere i miei figli da tutto il frastuono mediatico. Di Palermo ho solo bei ricordi. Soprattutto la gara con la Samp quando potevano andare in Champions e ho giocato per venti minuti con il crociato rotto. Ricordo ogni gol, ogni allenamento”, ha detto scoppiando in lacrime. – See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=101146/sicilia/miccoli-lacrime-e-pentimento-chiedo-scusa-non-sono-un-mafioso&template=lasiciliait#sthash.gjgfjBR5.dpuf

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