MIGRANTI – Nuova strage in acque libiche, 29 morti assiderati [VIDEO]

Ferme in porto per rifornimento e cambio equipaggio le due navi d’altura che avrebbero potuto soccorrere in modo più sicuro il barcone alla deriva nelle acque libiche. Nessun mercantile in zona pronto ad intervenire. Mare in condizioni proibitive. Ci sono anche sfortunate coincidenze dietro l’ennesima tragedia dell’immigrazione che ha fatto altri 29 morti. Nel dispositivo messo in campo da Triton, l’operazione targata Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere, è presente una nave d’altura, l’islandese Tyr, l’unica della flotta in condizione di andare a raccogliere barconi in difficoltà a ridosso delle coste libiche. La Tyr, però, nelle ore della richiesta di aiuto era ferma a Malta per il periodico e programmato cambio di equipaggio e rifornimento. Non è dunque potuta intervenire. L’altra nave d’altura che incrocia nelle acque del Canale di Sicilia è un pattugliatore della Marina Militare che però si trova nel porto di Augusta per rifornimento. Neanche questa nave era così disponibile.

La Procura di Agrigento ha disposto l’ispezione cadaverica sui corpi dei 29 immigrati morti assiderati durante i soccorsi, nel mare in burrasca nel Canale di Sicilia da parte della Guardia costiera. L’inchiesta è condotta dal sostituto procuratore Brunella Sardoni. Nelle prossime ore la Procura, attraverso gli uomini della Squadra mobile, avvierà le audizioni dei superstiti per effettuare una ricostruzione delle fasi del soccorso e della morte dei profughi.

Una «tragedia lancinante che pesa sulla coscienza dell’intera Europa»: così Avvenire, il quotidiano dei vescovi, definisce la nuova strage di profughi al largo di Lampedusa. Il quotidiano si chiede «che senso abbia limitarsi a pattugliare i confini davanti ad un flusso di disperati che neanche il generale inverno riesce a fermare».«Non possiamo credere – sottolinea ancora Avvenire – che questa nuova tragedia nulla dica alla coscienza d’Europa. La Libia, dove operano trafficanti senza scrupoli, racket legato alle milizie e forse ai jihadisti, non può restare estranea all’agenda di Bruxelles».

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