MILANO – Vigile originario di Campobello di Licata ucciso da un suv, si cercano due nomadi in fuga

Era originario di Campobello di Licata e  stimato da tutti, Niccolò Savarino, il vigile di 42 anni ucciso ieri sera, a Milano, dal conducente di un Suv che lo ha investito volontariamente prima di fuggire.
Una lunga scia di sangue, impronte di pneumatico rosso scuro, penne e fischietti sbriciolati, lembi di divisa strappati. Per trecento metri la vita di Niccolò Savarino, 42 anni, vigile della zona 9 originario di Campobello di Licata, “Pino” per gli amici, è rimasta aggrappata al parafango del Bmw X5 che lo aveva investito a freddo, trascinato dal piazzale della stazione Bovisa e lungo via Varè, stradone della periferia nord milanese. Poi, all’altezza della fermata del filobus, Savarino cede, finisce travolto sotto le ruote, la sua bici resta impigliata sotto il suv che continua a trascinarla nella sua fuga impazzita, mentre il collega vigile insegue disperato a distanza sulla sua due ruote. Poco dopo, comincia la più grossa caccia all’uomo della storia recente di Milano: polizia, carabinieri, vigili, tutti insieme, tutti a setacciare gli X5 grigio metallizzato della città, in cerca dell’assassino e del complice. La caccia è forsennata.
I suoi assassini sono stati fermati a Ventimiglia, al confine con la Francia, si tratta di due rom di etnia sinti . Sarebbero i responsabili della morte del vigile urbano Savarino che era intervenuto  per fermare la vettura, che aveva ferito un anziano giostraio, nomade italiano di etnia sinti .. I due rom, di 28 e 25 anni, erano arrivati in Liguria con un’auto dopo aver abbandonato la BmvX5 con cui avevano travolto e ucciso il vigile. Al momento del fermo stavano tentando di varcare il confine con la Francia.
Gli investigatori sono arrivati ai possibili assassini grazie alla testimonianza dell’anziano giostraio che già li conosceva. Agli agenti della polizia locale avrebbe fornito il numero di un cellulare di uno dei due, Hanno messo sotto controllo le celle telefoniche e hanno intercettato alcuni messaggi importanti per l’indagine. Non solo, ma i carabinieri di Peschiera Borromeo, che già li avevano fermati altre volte, hanno diramato la loro foto segnaletica e alle 9.45 di venerdì mattina i due sinti sono stati bloccati a Ventimiglia e dovranno essere riconosciuti dai testimoni. .
Nicolo’ Severino, non solo era conosciuto per essere un uomo corretto e riservato, ma senza renderlo pubblico, si occupava di fare volontariato in favore dei disabili.
Era diventato vigile dopo essere stato per anni un impiegato comunale. Aveva vinto un concorso interno ed era diventato agente di polizia locale da una decina d’anni”.
Savarino, di 42 anni, faceva prevalentemente il vigile di quartiere ed era considerato un collega “buono e dal temperamento molto calmo”, non certo uno che voleva strafare ma una persona posata e competente. Niccolò era originario della Sicilia “ma ormai era un nordico come tutti qua, perché si era trasferito a Milano molto giovane”. Savarino abitava a Rho (Milano) in compagnia del fratello, non era sposato ma fidanzato. I suoi genitori, invece, abitano a Campobello di Licata, anche se il padre, in particolare, veniva spesso a casa dei figli a passare dei periodi con loro.

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