Morta Anna Marchesini, l’attrice aveva 63 anni: l’annuncio del fratello su Facebook

Morta l’attrice Anna Marchesini. A dare l’annuncio su Facebook il fratello Gianni. «Prima che lo sappiate da quel tritacarne dell’informazione – dice in un post – tengo a dirlo io. Ora in questo momento è morta mia sorella Anna Marchesini. Grazie a tutti. Non sarò in grado di rispondervi».

L’attrice era nata a Orvieto 62 anni fa ed era malata da tempo di artrite reumatoide. Il ricordo su Twitter del Teatro della Pergola: «Anna #Marchesini non ci sono parole se non il ricordo del coraggio di una donna e di un’attrice. Grazie».

 Anna Marchesini, attrice, comica, scrittrice e imitatrice, faceva parte del Trio assieme a Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Dopo lo scioglimento del Trio nel 1994 ha continuato a lavorare con Solenghi e successivamente ha continuato da sola la sua carriera teatrale.

Ricordata per le sue performance con il Trio, la cui fama e comicità raggiunge il culmine nel 1990 con I promessi sposi, rilettura parodistica dell’omonimo dramma manzoniano, trasmesso su Rai 1 in cinque puntate, è anche celebre per i suoi spettacoli teatrali e per le sue celebri imitazioni. Il Trio si scioglie nel 1994, sembra per il desiderio di Massimo Lopez di sperimentare una carriera da solo, tanto che ne segue una collaborazione Solenghi-Marchesini.
La carriera solista prende il via nel 1995 quando Rai Uno le commissiona la registrazione di uno spettacolo comico solista, un monologo coi principali personaggi dell’artista. Tra le sue più ricordate interpretazioni spiccano la sessuologa Merope Generosa, le imitazioni di Gabriella Carlucci, Wanna Marchi, Rita Levi Montalcini e Letizia Moratti. Dal 2000 comincia anche la sua carriera da scrittrice con la pubblicazione di «Che siccome che sono cecata», dalla frase più celebre di uno dei suoi personaggi più conosciuti, la signorina Carlo. L’ultimo romanzo, Moscerine, è uscito nel 2013 e mette in scena i cambiamenti bruschi ed inaspettati che fanno parte della vita.

La malattia le era stata diagnosticata oltre dieci anni fa e l’aveva costretta per molto tempo lontana dal piccolo schermo e dal palco teatrale. Nel 2008 torna in televisione, dopo una lunga assenza per la sua malattia, nella celebrazione dei 25 anni di attività del Trio, alla conduzione, insieme a Solenghi e Lopez, dello spettacolo Non esiste più la mezza stagione. Nel 2014 appare in tv da Fabio Fazio a Che tempo che fa anche per annunciare il suo ritorno in teatro al Paolo Grassi di Milano con la commedia «Cirino e Marilda non si può fare», tratta dal suo libro Moscerine – la scrittura è felicità. Anna ha affrontato la sua malattia con forza: «Sono così interessata, appiccicata, morbosamente ghiotta, obesa di vita che mi interessa pure la morte, che di essa è il finale e non è detto. Quindi mi astengo dal giudizio che sia qualcosa di bello o di brutto perché è qualcosa che ci accade, e tutto quello che ci accade è osservabile», aveva detto da Fazio.

«Ho già adocchiato un posticino…». Scriveva così Anna Marchesini nella sua pagine ufficiale, parlando del suo «dopo». Un posticino nella sala riunioni della Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico dove avrebbe voluto fossero conservate le sue ceneri. «Ho già adocchiato una vetrinetta in sala riunioni» scriveva l’attrice, «con un piccolo cofanetto verde di porcellana. Ritengo sia l’ideale per contenere le mie ceneri. È un’aspirazione che piano piano troverò il coraggio di far uscire alla luce. Che detto da un mucchietto di ceneri non è appropriato», aggiungeva con la consueta ironia. «Posso tentare… E se mi ribocciano?» scriveva ancora facendo riferimento ai due «no» che ricevette prima di essere ammessa all’accademia di cui dal 2007 sarebbe diventata una delle insegnanti, «e se poi l’accademia trasloca? E se durante il trasloco il cofanetto verde si rompe? No, eh! Essere spazzata via dall’Accademia no mai più!». Il rapporto di Anna Marchesini con la Silvio D’Amico è sempre stato molto stretto. «È stato il mio sogno entrare» scriveva, «Certe volte salivo in ascensore fino al quinto piano, salivo in «paradiso» solo per sentire l’odore, attraversare un corridoio, fare una domanda, solo per stare li».

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