Musica in lutto, è morto Franco Battiato: aveva 76 anni

Si è spento questa mattina nella sua casa a Milo, nel Catanese, Franco Battiato, all’anagrafe Francesco. Lo rende noto la famiglia. I funerali avverranno in forma privata: era nato a Jonia il 23 marzo del 1945 ed era malato da tempo. Ha spaziato tra una grande quantità di generi, dalla musica pop a quella colta, raggiungendo una grande popolarità.

Per molti rimarrà un “Centro di gravità permanente”, come recita uno dei suoi brani più famosi, e la sua morte lascia un vuoto incolmabile nella musica italiana a cui ha regalato brani indimenticabili come “La cura”, “Voglio vederti danzare” o “Bandiera Bianca”.

Sperimentatore di stili Battiato ha approfondito e combinato tra loro generi musicali in modo eclettico e personale: dopo l’iniziale fase pop degli anni sessanta, è passato al rock progressivo e all’avanguardia colta nel decennio seguente. Successivamente, è ritornato sui passi della musica leggera approfondendo anche la canzone d’autore. E poi la musica etnica, quella elettronica e l’opera lirica.
Tra i primi a dare la triste notizia è stato Antonio Spadaro, attuale direttore della rivista La Civiltà Cattolica. “E guarirai da tutte le malattie Perché sei un essere speciale Ed io, avrò cura di te. Ciao, Franco Battiato“.

“E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te”.
Ciao, Franco #Battiato https://t.co/Jh8td55vDH— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) May 18, 2021

Da tempo Battiato era assente dalle scene musicali ed artistiche dal 2017, quando un incidente domestico lo costrinse ad interrompere concerti e tour. Si era rifugiato nella sua villa alle pendici dell’Etna ed era circondato dai suoi familiari. Nel 2015 una caduta dal palco, poco prima dei suoi 70 anni, era stato uno dei primi avvertimenti dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.  

I grandi successi

La svolta cosiddetta “pop” arrivò negli anni 80. Più esattamente nel 1979, ingaggiato dalla Emi, Battiato incide l’album che segna il suo passaggio musicale, “L’Era del Cinghiale Bianco”, dove sono presenti vari riferimenti all’esoterismo. È in questo periodo che l’artista, affascinato dalla cultura araba, inizia anche a fare l’editore di libri esoterici, con la sua piccola casa editrice L’Ottava.

Nel 1980 esce “Patriots” ma il vero e proprio successo commerciale arriva l’anno seguente con l’album “La voce del padrone”, grazie ai brani “Cuccurucucù e “Centro di gravità permanente”. Quest’ultimo pezzo si ispirava alle teorie del filosofo Georges Ivanovič Gurdjieff che cambieranno radicalmente la vita di Battiato. “Da solo con un’esperienza da autodidatta avevo scoperto quella che in Occidente, si chiama meditazione trascendentale, ma nel pensiero di Gurdjieff vidi disegnato perfettamente un sistema che già avevo intuito e frequentato. Esistono tante vie, esiste Santa Teresa e San Francesco; quella di Gurdjieff mi era molto congeniale. Una specie di sufismo applicato all’Occidente, all’interno di una società consumistica”, spiegherà il cantante siciliano. 


Lungo quasi 5 decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso. Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con “Povera patria” (inserita nell’album del 1991 “Come un Cammello in una grondaia”),ha firmato uno dei più intensi ritratti del degrado del nostro Paese.
Del suo grande successo commerciale parlava con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo.

In realtà Franco Battiato è stato uno studioso dagli orizzonti amplissimi capace di praticare l’arte della canzone pop ma, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, anche di usare linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l’opera. Così come è stato un precursore della musica elettronica, Battiato, che da molto tempo praticava quotidianamente la meditazione, era un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l’unica musica che ascoltava. Però la lista delle sue collaborazioni va da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica, Marta sui Tubi, senza contare il decisivo ruolo svolto nelle carriere di Alice e Giuni Russo. Non è certo un caso che sia rimasto un punto di riferimento: i giovani vedono ancora oggi in lui un modello di originalità e di curiosità, quelli più grandi un difensore dell’intelligenza in un mondo che troppo spesso ne dimentica l’importanza.

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