Niente assistenza per una disabile racalmutese: il Comitato dei Sindaci dice “no” al servizio

Da 9 mila euro ad appena 900 euro. Assistenza negata ad una disabile di Racalmuto, in provincia di Agrigento, che per il 2018 dovrà fare a meno di un assegno annuale mensile che garantisce una badante per dodici mesi. Con lei anche altre dodici persone, nei comuni che fanno capo al distretto socio sanitario D3 dell’Asp, Azienda sanitaria provinciale, dovranno fare a meno del pacchetto “Home Care Premium” in quanto il comitato dei sindaci ha votato contrariamente alla richiesta annuale delle persone interessate, un pacchetto che permette cure e assistenza. Il «no» è arrivato a seguito di una votazione contraria, spiegata dal comune capofila, quello di Canicattì, su apposita interrogazione del gruppo politico del Movimento 5 Stelle: «Il Comitato dei sindaci – si legge – stabilisce di non attivare le procedure per l’affidamento dei servizi aggiuntivi a Cooperative Sociali bensì che venga erogato dall’Inps ad ogni beneficiario un’ulteriore somma mensile pari al 10% del contributo economico relativo alle prestazioni prevalenti».

A denunciare quanto accaduto è Gaetano Scimè, padre di uno dei disabili rimasto fuori dalla lista  «Ho una figlia disabile e ogni anno l’Inps ci dà una somma di denaro per gestire dei servizi. Una parte viene corrisposta a noi in modo diretto – spiega il cittadino di Racalmuto – l’altra parte ci viene erogata attraverso i comuni per garantire dei servizi che scegliamo noi. Questi servizi dovevano partire il primo luglio, appuntamento che invece è stata disatteso. Dopo tempi piuttosto lunghi sono riuscito a contattare l’Inps con gli uffici che mi hanno risposto di come l’affidamento non dipendeva dall’ente bensì da Canicattì, comune capofila del distretto. Quello che mi dicono è che infatti il servizio non è stato attivato dai comuni, perché questi hanno stabilito che il servizio non va bene. È incredibile – continua Scimè – che invece di risolvere i problemi basandosi sulle segnalazioni si decide di intervenire tagliando il servizio». A sua figlia disabile infatti, che addirittura aveva visto negato il diritto all’assistenza con l’esclusione dalla lista dei beneficiari, verrà erogato adesso il 10%.

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