Nuova strage a Lampedusa: 34 morti. Soccorse altre due imbarcazioni

Una settimana dopo la strage di Lampedusa (339 morti secondo il conto aggiornato a oggi), ancora un tragico naufragio nel Canale di Sicilia che continua ad essere un’immensa tomba per le masse di disperati in fuga dall’Africa: il bilancio è di 34 morti, ovvero i cadaveri finora recuperati, compresi almeno una decina di bambini. Altri migranti potrebbero essere dispersi. 

Il fatto è avvenuto nel pomeriggio circa 60 miglia a sud di Lampedusa, ai confini con le acque libiche. E’ la nuova drammatica conferma della situazione di emergenza, ha commentato il premier Enrico Letta, che resta determinato a porre con forza il tema dell’immigrazione sul tavolo del prossimo vertice Ue in programma a fine mese.

Il barcone in serie difficoltà con oltre 250 persone a bordo è stato avvistato inizialmente da un aereo militare maltese in ricognizione nel Canale di Sicilia. I migranti – secondo la ricostruzione di Malta – hanno cominciato ad agitarsi per farsi notare. La ressa avrebbe provocato il capovolgimento dell’imbarcazione. Una nave militare maltese è arrivata per prima nell’area, alle 17.51 e ha iniziato le operazioni di soccorso. Poco dopo è stata raggiunta dalle navi Libra ed Espero della marina militare italiana.

Gli elicotteri di bordo delle due unità hanno lanciato dei salvagente e zattere autogonfiabili. Sono proseguite per alcune ore le operazioni di recupero dei naufraghi. Da Lampedusa sono state inviate in concorso alle operazioni di recupero, due motovedette della capitaneria di porto e due motovedette della guardia di finanza.

La zona del naufragio è al centro di un triangolo tra Malta, la Libia e Lampedusa, in una zona di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso (il premier di malta Joseph Muscat ha telefonato al premier Letta per ringraziarlo dell’aiuto ricevuto dagli uomini e mezzi italiani).

E mentre erano ancora in corso le operazioni di soccorso, le motovedette della guardia costiera sono state impegnate anche nell’assistenza ad altre due imbarcazioni in difficoltà. Un gruppo di 85 immigrati su un gommone che avevano lanciato l’sos sono stati raccolti una ottantina di miglia a sud dell’isola. Un barcone con 183 profughi, tra i quali 34 donne e 49 bambini, è stato invece agganciato in prossimità dell’imboccatura del porto. Anche in questo caso i migranti saranno essere trasferiti nel Centro di prima accoglienza che in questi giorni è stato al collasso per la presenza di un numero di persone di gran lunga superiore alle sue capacità.

“Le nostre coscienze non possono permettere ancora nuove stragi: istituire corridoi umanitari. Subito”, chiede il leader di Sel, Nichi Vendola. Per Khalid Chaouki (Pd) “non possiamo continuare ad assistere a un simile, terribile stillicidio senza intervenire. È indispensabile organizzare al più presto un presidio europeo sulle coste libiche per prevenire nuovi naufragi”. Maurizio Gasparri (Pdl) ne approfitta per sottolineare che “non è la legge Bossi-Fini che causa le morti. Sono anche frutto della demagogia di chi fa facili annunci, frutto delle guerre sbagliate in Libia, di chi vuole smantellare norme per favorire i mercanti di morte. Giù le mani dal reato di clandestinità”. E l’europarlamentare leghista Mario Borghezio si chiede se “di fronte a questo ultimo gravissimo evento, i soliti noti avranno ancora la faccia di bronzo di presentarsi a Lampedusa a ripetere i loro inutili bla bla”.

 

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