Nuovo maxi sequestro al Qds

Militari della guardia di finanza di Catania hanno eseguito un nuovo sequestro preventivo di oltre 726.000 euro nei confronti della Ediservice S.r.l., società editrice del Quotidiano di Sicilia. Il sequestro è stato disposto dal gip del tribunale etneo in relazione a una presunta indebita percezione di contributi pubblici di pari importo erogati dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri.

I responsabili delle due società e della ditta distributrice dovranno rispondere di truffa aggravata. Alla società Ediservice S.r.l. è stata contestata la responsabilità derivante da reato, per effetto delle condotte dei propri organi di vertice, avendo dalle stesse tratto significativo beneficio.

Parte delle somme (circa 452.000 euro), già oggetto di precedente sequestro, era stata dissequestrata lo scorso 10 febbraio dal Tribunale del riesame di Catania a causa di un “difetto motivazionale” riscontrato dai giudici nel provvedimento precedentemente adottato. Le contestazioni riguardano l’indebita percezione di contributi pubblici per l’editoria il cui ammontare è parametrato, sulla base di dati certificati dai beneficiari, ad alcuni costi sostenuti e alla diffusione del giornale.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, 480.000 copie annue del quotidiano – formalmente cedute a titolo oneroso al Distributore unico regionale – sarebbero state in realtà direttamente consegnate dalla società editrice a due edicole di Catania e Palermo per essere distribuite gratuitamente e, proprio per tale ragione, non potevano rientrare nel computo dei parametri presi a base per la quantificazione del contributo.

Ulteriori indagini hanno consentito di accertare l’illecita distribuzione di migliaia di copie del Quotidiano da parte della società editrice, a partire dal 2012, sulla scorta di contratti stipulati con alcuni soggetti economici, regolati attraverso lo scambio in compensazione di servizi pubblicitari.

Secondo quanto accertato, inoltre, l’individuazione dei soggetti destinatari delle copie del quotidiano in abbonamento – che secondo la normativa deve essere curata dalle società sottoscrittrici, attraverso la predisposizione di specifici elenchi – sarebbe invece avvenuta da parte della stessa società editrice a favore di soggetti del tutto ignari, che li hanno ricevuti attraverso il servizio postale senza, peraltro, averli mai richiesti.

Le indagini si sono avvalse degli esiti di numerose audizioni effettuate nei confronti dei responsabili delle imprese risultate sottoscrittrici degli abbonamenti e delle indicazioni fornite da funzionari del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri.

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