Nuovo scandalo alla Motorizzazione di Palermo: già condannato in casa con 590mila euro

La corruzione alla Motorizzazione civile di Palermo era una “consuetudine”. Ne è certo il giudice delle indagini preliminari di Palermo che, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto gli arresti domiciliari per 21 persone: funzionari e dipendenti dell’ufficio e titolari di agenzie di disbrigo pratiche coinvolti in un maxi giro di tangenti. Un’inchiesta che svela per l’ennesima volta le condotte irregolari di diversi pubblici ufficiali disposti a chiudere un occhio in cambio di denaro.

Una nuova bufera giudiziaria, dunque, si abbatte sulla Motorizzazione di Palermo, finita sotto inchiesta per la sesta volta dal 1996. E tra i protagonisti dell’indagine, coordinata dai pm del capoluogo e svolta dalla polizia, c’è un nome noto agli inquirenti, quello del funzionario dell’ente Luigi Costa. Durante la perquisizione della sua abitazione sono stati trovati 590 mila euro in contanti. Accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, nel 2013 aveva patteggiato la pena di un anno e 3 mesi per falso e, anche allora, per accesso abusivo al sistema informatico. Il funzionario era stato spostato all’assessorato regionale ai Trasporti, ma dopo qualche anno era tornato alla Motorizzazione.

Oltre a lui sono finiti ai domiciliari 7 impiegati e 13 titolari di agenzie di disbrigo pratiche. Contestati i reati di corruzione, accesso abusivo al sistema informatico o telematico e falsità ideologica. L’indagine ha preso le mosse nel 2020 da accertamenti sul riciclaggio di autovetture e da un monitoraggio delle pratiche di nazionalizzazione, cioè di immatricolazione dei veicoli provenienti dall’estero, evase dalla Motorizzazione di Palermo. E’ emerso così che negli anni le nazionalizzazioni effettuate all’ufficio della Motorizzazione Civile di Palermo avevano avuto un costante trend di crescita, passando dalle 7.740 del 2016 alle 20.465 del 2019.

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