Occulta micro cellulare nelle parti intime per consegnarlo al convivente in carcere: arrestata

Approfittando dell’ingresso in Istituto per chiedere il permesso ai colloqui, secondo quanto ricostruito dalla polizia penitenziaria del Reparto PAGLIARELLI di Palermo, una donna convivente del detenuto J.D. di origini catanesi, in compagnia del figlio di 6 mesi , ha superato senza problemi i controlli del blocco.  Il  personale l’ha accompagnata, come sempre avviene, verso la saletta dei colloqui, ma prima di accedere, la donna, ha chiesto di recarsi in bagno.  Successivamente entrata presso la sala colloqui scattava l’allarme, in quanto il personale addetto alla vigilanza colloqui , insospettito dall’atteggiamento tenuto dalla donna, notava che la stessa  passava al convivente un involucro che prelevava dai pantaloncini del figlio . 

Il personale di Polizia Penitenziaria interveniva tempestivamente , rinvenendo addosso al detenuto il telefonino avvolto all’interno della carta carbone in modo da schermarlo al controllo degli apparecchi magnetici in dotazione.

Si ipotizza che la donna avesse nascosto nelle parti intime il cellulare, ecco perché la richiesta di andare in bagno prima di accedere all’interno della sala colloqui, questo ha insospettito il personale di polizia penitenziaria, coordinato dal Dirigente Aggiunto Giuseppe RIZZO.

Di seguito, la donna è stata arrestata in relazione al nuovo reato previsto per chi favorisce o entra in carcere apparecchi telefonici.

Il detenuto J.D. è già recidivo in quanto già in passato e in altri istituti si è reso protagonista di tali reati.

Il micro cellulare che sarebbe servito per comunicare con l’esterno, e non solo,  è stato posto sotto sequestro.

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